No pain. The world is a wonderful whisper for those who can listen, if necessary in silence.

20220516

Abbiamo sbagliato tutto

We've Been Going About This All Wrong - Sharon Van Etten (2022)


Sesto disco per una delle voci indubbiamente più belle ed autorevoli dell'indie rock (lo dico io), disco che arriva dopo le riflessioni indotte dal due anni di lockdown intermittenti (è successo a tutti, ammettetelo, in questi ultimi anni, di ripensare la vostra vita), che, nel caso specifico, sono arrivati proprio nel momento in cui l'artista si trasferiva a Los Angeles, California dopo 15 anni a New York, con un figlio piccolo ed il suo compagno. Il disco si apre con la traccia che personalmente, ho trovato la più difficile da digerire e da apprezzare, Darkness Fades, dove Van Etten si lancia in alcuni falsetti rischiosissimi, che fanno un po' dimenticare la forma-canzone, danno le coordinate del disco, e si apprezzano solo dopo parecchi ascolti. Dopo, però, a partire dalla vellutata, caldissima Home to Me, comincia una parata trionfale di canzoni a dir poco bellissime, dove musicalmente c'è molta elettronica, quindi è la voce che deve rendere tutto più umano (e ci riesce, ovviamente), e, in almeno un caso, riescono perfino a ricordare Liz Fraser ed i suoi Cocteau Twins. Non è facilissimo raccontare un disco del genere, è uno di quelli da mettere su e dai quali farsi rapire, letteralmente, facendosi cullare dalla voce di Sharon, che, come detto prima, rischia, ma, aiutata da una sapienza compositiva di grandissima classe, scrive un'altra pagina bellissima della sua discografia. Davvero difficile scegliere una traccia preferita, dopo 6 giorni di ascolti sono ancora indeciso tra Headspace, Come Back e Anything, ma probabilmente, se me lo chiederete tra sei mesi, ne preferirò un'altra. Qualcosa vorrà dire.
Sixth album for one of the undoubtedly most beautiful and authoritative voices of indie rock (I say it), a record that comes after the reflections induced by the two years of intermittent lockdown (it has happened to everyone, admit it, in recent years, to rethink your life), which, in this specific case, arrived just as the artist moved to Los Angeles, California after 15 years in New York, with a small son and her partner. The disc opens with the track that I personally found the most difficult to digest and appreciate, Darkness Fades, where Van Etten launches herself into some very risky falsettos, which make you forget the song-form, give the coordinates of the disc, and are appreciated only after several hearing. After, however, starting from the velvety, very warm Home to Me, a triumphal parade of songs begins to say the least beautiful, where musically there is a lot of electronics, so it is the voice that must make everything more human (and it succeeds, of course), and, in at least one case, they even manage to remember Liz Fraser and her Cocteau Twins. It is not easy to tell a record of this kind, it is one of those to put on and from which to be kidnapped, literally, letting yourself be lulled by the voice of Sharon, who, as mentioned before, risks, but, aided by a great class compositional wisdom, writes another beautiful page of her discography. Really difficult to choose a favorite track, after 6 days of listening I am still undecided between Headspace, Come Back and Anything, but probably, if you ask me in six months, I will prefer another one. Something will mean.

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