No pain. The world is a wonderful whisper for those who can listen, if necessary in silence.

20220508

Liefde en licht

Amenra + Hate & Merda, domenica 3 aprile 2022, Circolo Magnolia Milano


 

Pur con le mascherine (chi più, chi meno), controllo del Green Pass all'ingresso, si spera che questa sia la "volta buona", che segni un nuovo inizio, quello di una stagione di concerti infinita, possibilmente non più interrotta. C'è molto da recuperare, soprattutto per le band e gli artisti musicali in genere, noi (sono qui insieme ad alcuni amici milanesi) intanto ripartiamo da chi conosciamo bene: i belgi Amenra, che abbiamo visto nel settembre scorso a Bologna in versione acustica, ma che ci hanno lasciato un po' di amaro in bocca. Aprono per loro i fiorentini Hate & Merda, dei quali abbiamo parlato già ben sei anni fa (minchia come passa il tempo), che apprezziamo senza entrare nella "sala principale" (se così si può definire), anche se, avendoli già visti appunto, avrei preferito Jo Quail, che supporta i belgi in molte altre date europee, e non mi spingo a desiderare i GGGOLDDD, visto che ormai abbiamo imparato a considerare l'Italia una nazione sottosviluppata in materia di offerta concertizia. Bene però che i ragazzi nostri connazionali abbiano avuto questa bella opportunità, e non abbiano sfigurato (almeno, a livello sonoro non lo hanno fatto).

Per quanto rigurda gli Amenra, ormai lo avrete capito, una delle mie band preferite di questi anni, partiamo dalla considerazione del fatto che nonostante le restrizioni degli ultimi tempi, ed il fatto di avere un disco da promuovere (uscito da meno di un anno), è lodevole il fatto che su una scaletta di nove canzoni, ce ne infilino solo due, appunto, dal disco nuovo (De doorn, saranno Het gloren e De evenmens; il resto della scaletta lo trovate qui). Segno anche di un amore corrisposto, quello tra di loro ed i loro fan. Non mi lancerò in descrizioni accurate, o in elenchi di aggettivi per descrivere la Amenra experience, come la definì un collega belga: vi basti sapere che nonostante, come sempre, non ci sia nessun tipo di dialogo tra la band, ed in particolare tra il cantante Colin H. van Eeckhout, ed il pubblico, quest'ultimo anche stasera in religiosa adorazione, quello che riescono a trasmettere gli Amenra, con l'ultimo disco anche in una lingua misconosciuta dai più (quella fiamminga, una variante dell'olandese), al pubblico stesso, è un misto tra lo scarico di rabbia e frustrazioni varie, l'accettazione del dolore anche fisico, e la speranza di un futuro migliore. Le fiammate sonore rimangono inarrivabili, così come i giochi di luce (che soprattutto accompagna e potenzia le suddette fiammate) ed i visual, in buona parte già visti (per chi ha già visto qualche loro concerto), contribuiscono a creare l'atmosfera adatta al percorso di sofferenza che idealmente è tracciato da ogni loro concerto. La chiusura, dopo circa 1 ora e 20 minuti, è lasciata ad una frase sul fondale, "Liefde en licht", "amore e luce", dal testo di Vor immer, uno dei brani da De doorn non eseguiti, e non c'è veramente niente altro da aggiungere.

As far as Amenra is concerned, by now you will have understood it, one of my favorite bands of these years, let's start from the consideration of the fact that despite the restrictions of recent times, and the fact that they have a record to promote (released less than a year ago) , it is commendable that out of a set of nine songs, there are only two, in fact, from the new album (De doorn, will be Het gloren and De evenmens; the rest of the set is found here). Still, is a sign of reciprocal love, the one between them and their fans. I will not throw myself into accurate descriptions, or into lists of adjectives to describe the "Amenra experience", as defined by a Belgian colleague: it is enough for you to know that although, as always, there is no type of dialogue between the band, and in particular between the singer Colin H. van Eeckhout, and the public, the latter also tonight in religious adoration, the one that Amenra manage to transmit, with the latest album also in a language not recognized by most (Flemish, a variant of Dutch), to the public itself, it is a mixture between the discharge of various anger and frustrations, the acceptance of pain, even physical, and the hope of a better future. The sound bursts remain unattainable, as well as the plays of light (which especially accompanies and enhances the aforementioned bursts) and the visuals, mostly already seen (for those who have already seen some of their concerts), help to create the atmosphere suitable for the path of suffering that is ideally traced by each of their concerts. The closing, after about 1 hour and 20 minutes, is left to a phrase on the backdrop, "Liefde en licht", "love and light", from the lyrics of Vor immer, one of the tracks from De doorn not performed, and there is really nothing else to add.

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