Giudizio sintetico: si può vedere (3,5/5)
Come dice il titolo, meglio quello della traduzione inglese, una storia d'amore svedese (ma che può benissimo essere immaginata ovunque): i personaggi principali sono gli adolescenti Annika, 14 anni, e Pär, 15 anni, e il film descrive come si incontrano, i loro diversi background e circoli sociali. Pär vive con i suoi genitori e il padre gestisce un'officina di riparazioni auto. La famiglia di Annika è disillusa e infelice; sua zia Eva è delusa dalla vita e sola. Quando la famiglia di Pär fa visita al nonno di Pär nella casa di cura, prendono un caffè nel parco dell'ospedale e lì gli occhi di Annika e Pär si incontrano. Annika e Pär si incontrano di nuovo ma entrambi sono incerti e quando sono entrambi in discoteca non riescono a incontrarsi anche se entrambi lo vogliono.
E' quantomeno curioso vedere questo film e confrontarlo con il resto della produzione cinematografica del regista svedese: molto diverso, sicuramente nella forma, un poco nella sostanza. L'analisi sociale è più didascalica, rispetto ai film che il regista stesso ha girato a partire da 30 anni dopo. La mano, però, è già interessante.
It is at least curious to see this film and compare it with the rest of the Swedish director's film production: very different, certainly in form, a little in substance. The social analysis is more didactic than the films the director himself shot starting 30 years later. The hand, however, is already interesting.
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