No pain. The world is a wonderful whisper for those who can listen, if necessary in silence.

20080519

la storia di Gengis Khan


Mongol - di Sergej Bodrov 2008


Giudizio sintetico: si può vedere


L'infanzia, l'amore, la schiavitù e la prima parte dell'ascesa, di Temudjin, figlio di Yesugei, del clan dei Borjigin della tribù mongola dei Kiyad, conosciuto come Gengis Khan.


Se vi affascina la storia ben trasposta al cinema, rimarrete soddisfatti del colossal del russo Bodrov (conosciuto da noi per Il prigioniero del Caucaso), ma sono convinto che potreste rimanere affascinati da questo film anche se capitaste al cinema per caso. Mongol ha il passo lento, ma inesorabile, del filmone di altri tempi, ricorda, in alcuni punti (come dice giustamente Maurizio Cabona sul Giornale) di Conan, ma ha dalla sua un manipolo di attori sconosciuti e intensi, una fotografia che rende giustizia ai magnifici paesaggi mongoli, una giusta distribuzione tra l'azione e il dialogo, una sceneggiatura che privilegia l'aspetto intimo e privato di una figura che il mondo occidentale conosce come un barbaro sanguinario, ma che invece, non si sa se a ragione o meno, si rivela un fine stratega, idealista, patriota e, non ultimo, un uomo che mette l'amore per la sua donna al di sopra di tutto, arrivando a vette quasi inconcepibili, e dimostrandosi davvero in anticipo sui tempi (contate che Temudjin nacque indicativamente nella seconda parte del 1100).

Straordinario Tadanobu Asano nei panni del protagonista, bellissima Khulan Chuluun che intepreta l'amata moglie Borte.

Pare sia la prima parte di una trilogia sul personaggio, speriamo reggano le altre due che seguiranno. Era candidato all'Oscar come miglior film straniero, ma è stato battuto da Il falsario - Operazione Bernhard; chi vi scrive, ha preferito di gran lunga il film di Bodrov.

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