Questa settimana ho acquistato in pdf Internazionale perchè vi voglio postare, a puntate perchè è un po' lungo, un bell'articolo sull'Islanda, un paese che io e altri amici e amiche ammiriamo e vorremmo visitare quanto prima, sulle sue contraddizioni e sul suo livello di vita. L'ho trovato molto interessante. Eccovi la prima parte.
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ISLANDA
La dolce vita degli islandesi
Solidarietà, ottimismo, intraprendenza, creatività. Tanti bambini e famiglie allargate. Sono gli ingredienti del successo dell’Islanda. Reportage dal paese più felice del mondo
La dolce vita degli islandesi
Solidarietà, ottimismo, intraprendenza, creatività. Tanti bambini e famiglie allargate. Sono gli ingredienti del successo dell’Islanda. Reportage dal paese più felice del mondo
JOHN CARLIN, EL PAÍS SEMANAL, SPAGNA.
Prendete il tasso di natalità più alto d’europa, aggiungete il maggior numero di divorzi e la percentuale più elevata al mondo di donne che lavorano e otterrete il miglior paese del mondo in cui vivere. Ci dev’essere qualcosa che non torna in questa equazione. La somma di questi tre fattori – molti figli, famiglie separate, madri assenti – dovrebbe essere la ricetta per il caos sociale. Invece non è così. L’Islanda, il blocco di lava appena sotto l’Artico a cui si riferiscono questi dati, è il paese con il più alto indice di sviluppo umano secondo le stime dell’Onu.
In altre parole, per quanto riguarda la ricchezza dei cittadini e la qualità di sanità e istruzione è il posto migliore del mondo. Qualcuno potrebbe chiedersi se gli islandesi, con i loro inverni bui e le
estati fredde e brevi, siano davvero felici. A quanto pare, sembrerebbe di sì. A confermarlo ci sono anche diversi studi statistici, tra cui una ricerca realizzata dal quotidiano britannico The Guardian nel 2006, secondo cui gli islandesi sarebbero il popolo più felice della terra.
Oddny Sturludóttir è una donna di 31 anni e ha due figli. Mi racconta di una sua amica di 25 anni che ha avuto tre bambini da un uomo che subito dopo l’ha lasciata. “Non è affatto in crisi”, spiega
Oddny. “È ottimista e si sta organizzando per conciliare la vita di madre con il lavoro”. Capire come faccia questa ragazza ad affrontare con serenità una situazione che per ogni altra donna in
qualsiasi parte del mondo sarebbe catastrofica aiuta a scoprire perché i 313mila islandesi sono così felici. I motivi di questo benessere sono molti: l’Islanda è il paese con il sesto reddito pro capite più alto del mondo, dove la gente compra più libri e l’aspettativa di vita per gli uomini è la più elevata del pianeta. Il paese è l’unico membro della Nato a non avere forze armate (sono state abolite 700 anni fa) e il suo sistema bancario cresce a ritmi altissimi, e così anche le esportazioni. L’aria è cristallina e l’acqua calda arriva direttamente nelle case attraverso condutture naturali scavate nelle viscere della terra. Soprattutto, però, il miracolo dell’Islanda dipende dall’incrollabile autostima dei suoi abitanti.
Questa, a sua volta, è il risultato di una società che ha come primo obiettivo quello di crescere bambini sani e felici, in famiglie aperte e numerose. Un simile modello sociale è in parte eredità della cultura vichinga. Come mi ha spiegato una nonna con diversi nipoti, incontrata durante il mio primo viaggio a Reykjavik, “quando i vichinghi andavano per mare, le donne prendevano il comando della comunità e facevano figli con gli schiavi. Al loro ritorno, i vichinghi accettavano
i nuovi nati come se fossero figli loro”.
In altre parole, per quanto riguarda la ricchezza dei cittadini e la qualità di sanità e istruzione è il posto migliore del mondo. Qualcuno potrebbe chiedersi se gli islandesi, con i loro inverni bui e le
estati fredde e brevi, siano davvero felici. A quanto pare, sembrerebbe di sì. A confermarlo ci sono anche diversi studi statistici, tra cui una ricerca realizzata dal quotidiano britannico The Guardian nel 2006, secondo cui gli islandesi sarebbero il popolo più felice della terra.
Oddny Sturludóttir è una donna di 31 anni e ha due figli. Mi racconta di una sua amica di 25 anni che ha avuto tre bambini da un uomo che subito dopo l’ha lasciata. “Non è affatto in crisi”, spiega
Oddny. “È ottimista e si sta organizzando per conciliare la vita di madre con il lavoro”. Capire come faccia questa ragazza ad affrontare con serenità una situazione che per ogni altra donna in
qualsiasi parte del mondo sarebbe catastrofica aiuta a scoprire perché i 313mila islandesi sono così felici. I motivi di questo benessere sono molti: l’Islanda è il paese con il sesto reddito pro capite più alto del mondo, dove la gente compra più libri e l’aspettativa di vita per gli uomini è la più elevata del pianeta. Il paese è l’unico membro della Nato a non avere forze armate (sono state abolite 700 anni fa) e il suo sistema bancario cresce a ritmi altissimi, e così anche le esportazioni. L’aria è cristallina e l’acqua calda arriva direttamente nelle case attraverso condutture naturali scavate nelle viscere della terra. Soprattutto, però, il miracolo dell’Islanda dipende dall’incrollabile autostima dei suoi abitanti.
Questa, a sua volta, è il risultato di una società che ha come primo obiettivo quello di crescere bambini sani e felici, in famiglie aperte e numerose. Un simile modello sociale è in parte eredità della cultura vichinga. Come mi ha spiegato una nonna con diversi nipoti, incontrata durante il mio primo viaggio a Reykjavik, “quando i vichinghi andavano per mare, le donne prendevano il comando della comunità e facevano figli con gli schiavi. Al loro ritorno, i vichinghi accettavano
i nuovi nati come se fossero figli loro”.
4 commenti:
Ecco, la prossima volta che ti serve un articolo da "Internazionale" dimmelo prima; io sono abbonato alla versione pdf, per ovvî problemi logistici...
grande ale!
aspetto la seconda puntata
beh Dria potresti darmi direttamente la tua password facciamo prima :))
Da lì il termine schiavare.....
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