No pain. The world is a wonderful whisper for those who can listen, if necessary in silence.

20080511

sull'amore


Da D La Repubblica delle donne nr. 597



di Alejandro Jodorowski (foto)


L'amore non esiste. È un'invenzione dei Trovatori. Prima di loro, la parola amore non era stata mai pronunciata. Dopo, in questa dicitura, sono stati racchiusi moltissimi sentimenti, desiderio sessuale, di possesso, di immortalità. Quando parliamo d'amore, allora, non sappiamo di cosa stiamo parlando. Voglio che mi ami. Ma cosa chiedo quando chiedo di essere amato? Che dico quando dico ti amo? L'amore romantico è un malinteso: è l'occultamento del sesso per l'interiorizzazione del senso di colpa cristiano. Nel cristianesimo la donna è imperfetta perché sessuata, per questo l'amore romantico la dipinge come creatura angelica, perfetta, ideale, senza sesso e, quindi, senza colpa. L'amore vero, invece, è un sentimento molto più complesso. Ne parliamo come se fosse un oggetto tangibile. Invece esiste solo per chi lo sente e assume mille forme diverse a seconda di chi lo prova. Come la magia, appartiene alla vasta regione del sogno e dell'inconscio. Una terra che sta al lato opposto di quella della veglia, della ragione e dell'intelletto. Un luogo che esiste in ogni momento della nostra vita, ma del quale, di giorno, non abbiamo contezza. Lì si muove l'amore, puro frutto dell'istinto, pura magia, lontano da ogni logica. Per questo il pericolo più grande in una relazione d'amore si corre quando il sentimento si intellettualizza: una volta svelata, la magia finisce. Solo se si vive senza nessuna spiegazione, come sentimento puro, l'amore resiste. Una volta, degli uomini domandarono a Ramakrishna, un grande mistico indù del Diciannovesimo secolo, se credesse in Dio. E lui disse di no. Come può un grande mistico non credere in Dio? "Non credo in Dio perché lo conosco", rispose lui. Voler credere è una scelta della ragione. La vera fede, invece, come l'amore e la magia, passa per una conoscenza più profonda, inconscia, irrazionale. Per questo credo nell'applicazione della psicomagia all'amore: la psicomagia non ha nulla a che vedere con la superstizione, è, invece, l'uso del potere di suggestione per curare l'inconscio. Come la pillola di zucchero può fare da placebo per un malato, così il gesto magico è una soluzione metaforica ai problemi dell'essere umano. È un gesto terapeutico e liberatorio. Ho conosciuto, una volta, una donna innamorata del proprio padre: era stata in analisi per anni, ma nessun analista aveva risolto il suo complesso. Poi venne da me. Sei innamorata di tuo padre? Allora amalo, le dissi. Metaforicamente. Metti i suoi abiti al tuo amante e facci l'amore, perché una pulsione non si può sublimare né guarire. Va realizzata, anche se in chiave simbolica. Se qualcuno si sente legato a un altro in maniera dolorosamente irresistibile, deve compiere un gesto magico che recida le sue catene, che gli permetta di mollare gli ormeggi.

1 commento:

Anonimo ha detto...

Jodo esagera in maniera assurda e lo sa. Lui produce la sua arte in virtù di una convinzione sacra: non si può cambiare il mondo ma si può cominciare a farlo. ma questo articolo è davvero troppo e lui lo sa benissimo
Mi metto nei panni di una signora che legge questo giornale perchè magari il marito legge Repubblica, 9 su 10 lo saltano a piè pari, secondo me.
però è giusto che lui ci provi, consocere un po' la sua opera è una finestra su un mondo interiore vastissimo, fuori dalle logiche. è un percorso che ti porti dentro ben oltre la lettura dei suoi scritti.

forse mi dà solo un po' fastidio che sia diventato così glamour.
come se Mike Scott andasse a Sanremo.
Son geloso e possessivo.
Jodo mi prenderebbe a bastonate...

Mau