Il treno per il Darjeeling - di Wes Anderson 2008
Giudizio sintetico: si può vedere
Tre fratelli un po' snob di famiglia ricca, dopo la morte del padre, si riuniscono, per merito di una scusa del maggiore, per uno sgangherato viaggio in India su un treno, per andare a trovare la madre, che si è ritirata in un convento. Ne uscirà fuori un'avventura molto strana.
Introdotto (sembrava che la produzione non volesse, nell'edizione italiana, e invece c'è) dal corto Hotel Chevalier, con Natalie Portman (sexy e svestita), essenziale per vedere il film, il nuovo lavoro di Anderson è, come sempre, spiazzante e molto, molto nonsense. Un po' come nel cinema di Lynch, dal quale ovviamente si distanzia, essendo molto più comico e meno complesso, più solare anche se tratta sempre di relazioni familiari tese e irrisolte, è uno sbaglio cercare il senso (appunto). La chiave di Volta è tutta qui, lasciarsi "attraversare" dagli avvenimenti sullo schermo e godersi le facce dei divertentissimi protagonisti, Owen Wilson, Adrien Brody e Jason Schwartzman, ognuno a modo suo, le battute e le situazioni grottesche che si vengono a creare.
I "ganci" per soluzioni e significati simbolici ed impegnati ci sono a pacchi (le valigie, il viaggio spirituale, i funerali, le vite "abbandonate" dai tre protagonisti, Bill Murray - cameo - che perde il treno al contrario di Brody, ecc.ecc.), ma forse sono un trabocchetto. Ovviamente la sceneggiatura è esile, quasi inesistente, e bisogna prenderla così. Tecnicamente ineccepibile, fotografato molto bene, vi farà divertire: basta che non vi chiediate "perchè".
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