The Station Agent - di Tom McCarthy 2003
Giudizio sintetico: si può vedere
Fin (Finbar) è nano, e lavora da una vita nella bottega di giocattoli (soprattutto trenini elettrici) artigianale di un vecchio afroamericano, con grande passione. Il capo è anche il suo unico amico: Fin è diffidente, e le persone lo guardano come un fenomeno da circo, quando se ne va in giro. Quando il vecchio muore, con sorpresa Fin scopre che gli ha lasciato dei soldi e una vecchia stazione ferroviaria nel "profondo" e rurale New Jersey. Essendo una persona piuttosto schiva, e, come dice lui ad un certo punto del film, anche un po' noiosa, decide di andare a vivere lì. Suo malgrado, è proprio il caso di dirlo, conosce Joe, un cubano con un furgoncino-bar che staziona sempre davanti alla nuova casa di Fin, e Olivia, una donna matura, pittrice, alle prese con una perdita importante e una separazione. Gli cambieranno la vita.
Debutto alla regia di McCarthy, caratterista con un buon curriculum televisivo e cinematografico, con una storia semplice sull'amicizia e sulla "diversità". Nessun pietismo, nessuna scorciatoia per la lacrimuccia facile, bella fotografia, dialoghi divertenti e rarefatti, un trio di attori protagonisti perfetto: Peter Dinklage nel ruolo di Fin, Bobby Cannavale nel ruolo di Joe e la grande Patricia Clarkson nel ruolo di Olivia. C'è anche Michelle Williams nel piccolo ma importante ruolo di Emily.
Film distribuito malissimo in Italia, da recuperare in dvd. Opera prima del regista de L'ospite inatteso.
1 commento:
L'ho visto quando è uscito, è piaciuto anche a me per la semplicità e la quasi paradossale 'normalità' della storia
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