Vi ricordate di Pensiero orrendo? Dunque.
Come capita sempre più spesso in questo piccolo mondo che si chiama web, non serve Facebook per dire, una vecchia conoscenza che chiameremo Filippo perchè è così che si chiama, che ha un blog pure lui, questo, mi ha "ritrovato" tramite questo blog e mi ha scritto una e-mail che, devo dirvelo, mi ha quasi commosso (ma questo purtroppo fa poco testo, perchè tutti voi sapete quanto sia facile farmi commuovere).
Incuriosito dal contenuto del blog, ha voluto dare il suo contributo alla saga di cui sopra. Eccolo. Grazie Filippo.
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Perdonatemi, ma vi affido un pensiero poco bello, che mi ha sfiorato in un momento di stanchezza. Guardate l'ora, dovrei essere concentrato a risolvere problemi e invece sono qui che faccio pensieri che mi fanno rivoltare lo stomaco. Facendo il libero professionista non ho mai un orario preciso di lavoro con il contro che non stacco mai di lavorare e ultimamente salto direttamente i pranzi tanto mi sento di merda. Ho sulle spalle il 4° trasloco in meno di 9 mesi in attesa che siano pronti i lavori a Castiglioncello. E' venerdì e sono di nuovo in viaggio, dopo una settimana che macino Km come e tanto quanto il barrino dell'angolo macina caffè e anche oggi arriverò, in questa che continua ad essere una casa provvisoria ad un'ora improbabile alla faccia della settimana corta. Mi fermo in questo autogrill che tanto è oramai l'ora di cena e mangerò ancora una volta questa Rustichella che è sempre più dal sapore sintetico con un Muffin al mirtillo e il solito caffè nero. Il cassiere continua a volermi propinare il menù che non voglio, pago e mi accingo ad oridinare, mi giro e vedo una coppia che beve il caffè proprio accanto a me, lei bisbiglia a lui alcune parole in un orecchio e lo guarda con un'aria innamorata, lui le sorride. Mi sento terribilmente solo. Rimonto in macchina, metto in moto controllo il livello del gasolio e decido di non fare riforminemento tanto sono stanco, mentre guido ricevo almeno cinque telefonate di clienti che hanno bisogno di risolvere i loro problemi e mi marcano così da vicino che non ce la faccio a pensare ai miei. Non rispetto i limiti di velocità, ho bisogno di arrivare a casa e sdraiarmi sul letto dopo una doccia bollente, me ne frego del tutor e di tutti questi fottutissimi sistemi per spillarti soldi con la scusa di ridurre gli incidenti. Arrivo sotto questa casa che sento così estranea. Apro ed entro dentro e non so nemmeno dove si accende la luce tanto non la conosco. Apro il frigo per bere un po' d'acqua ma lo splendore di quello che vedo dentro è devastante. Sembra uno di quelli da esposizione tanto è vuoto, anzi mi si conceda è vuoto spinto. Apro la cannella e bevo un po' di acqua del sindaco che sa di cloro ma ho veramente una sete da pazzi, per colpa di quella Rustichella e di tutti questi pensieri che non mi mollano. Penso alle relazioni sentimentali che ho avuto, penso alla donna di cui sono innamorato continuando a sbagliare tutto. Penso ai molti amici e amiche che ho, penso che in questo momento desidererei almeno un cane ma non sarei in grado di farlo stare bene tanto sono incasinato e lo desidero ma non ne faccio di niente, non sarebbe giusto nei suoi confronti. Penso che nonostante questo profondo amore che continuo a sentire sono qui solo a rivoltarmi in questo letto incapace persino di dormire, mi sento il peso degli anni che mi opprime come il desiderio di paternità che oramai credo mi terrò per me come il desiderio del cane. Ho, per un momento, però piuttosto lungo, nonostante gli amici e le amiche, paura di invecchiare da solo. Di avere compagnia, ma di non poter esprimere tutte queste fantastiche dolcezze che sento dentro e che mi opprimono dall'interno se non sotto forma di effimeri desideri. Mi dico che è solo un attimo di debolezza, poi passa. Lo dico perfino sussurrandolo per convincermi che è solo un attimo. Però, cazzo, se mi fa paura.
1 commento:
boia dé che botta....
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