Proprio così: pressappoco, il significato dell'espressione bad english è questo. "Non ha preso il giro", giocando a biliardo e giudicando un colpo di stecca. I Bad English (maggiori info qui e qui) si formano nel 1988 e durano due dischi in tre anni. Erano un cosiddetto supergruppo: il cantante John Waite, tutti lo ricorderete per Missing You, rifatta anche da Paola Turci in italiano (e riproposta anche da Waite stesso qualche anno fa in duetto con Alison Krauss, prima che lei incidesse il suo disco con Robert Plant, Raising Sand), dopo una breve ma soddisfacente carriera solista, decide di riformare il suo vecchio gruppo The Babys. La storia la potete leggere in quei link wikipedia che vi ho inserito sopra, quel che conta è che alla fine, i cinque musicisti che formano questa (allora) nuova band sono tutti bravissimi. La stella, oltre a Waite, è Neal Schon, chitarrista dei Journey.
Il risultato è, come si poteva dedurre, grande rock sofisticato. Quello che una volta si chiamava A.O.R. (Adult Orientated Rock), termine che vi ho più volte citato, quell'hard rock da autostrada (anzi, da freeway) che portava i capelli lunghi e cotonati, per intendersi, che confinava col glam rock.
Il primo disco fu leggermente superiore al secondo, seppur di poco, anche in termini di vendite (c'era un tempo in cui i dischi si vendevano); ne ho ricordi vari e bellissimi (uno in particolare ve lo racconterò nel prossimo capitolo di Io e i Metallica, il dodicesimo, che parlerà del Monsters Of Rock del 1991 a Modena), nonostante fosse una di quelle band che ammettevo con un po' di reticenza di ascoltare, data la mia estrazione da thrasher (erano tempi duri, quelli, altro che emo).
Ci sono grandi ballate romantiche, pezzi più movimentati dal grande tiro, tappeti di tastiere eleganti (alzi la mano chi si ricorda di Greg Giuffria della band omonima e non solo, tanto per dare un'idea), drumming energico e martellante, linee di basso essenziali e potenti, voce che ancora oggi ha il suo appeal e assoli di chitarra virtuosi. Spruzzate di fiati qua e là. Vaghe influenze blues. Quasi tutti i pezzi scritti da Schon e Waite, alcuni insieme agli altri, solo due eccezioni, una riuscita, l'altra no: la romantica e iper-pop (fu scelta come primo singolo) When I See You Smile, scritta da Diane Warren, e la (troppo) soffusa Don't Walk Away, scritta tra l'altro da Glenn Hughes (Deep Purple) insieme a Peter Sinfield (King Crimson), tanto patinata al punto che fu rifatta dalle Pointer Sisters qualche anno più tardi.
Un album che si ascolta con grande piacere, sempre che vi vada a genio il rock vagamente patinato, all'americana, di un certo tipo. Mi ci rifugio quando mi va di essere in the mood for love. Come rimanere impassibili a versi facili facili ma "teneroni" quali I wanna quit the fight / and then I see you baby / and everything's alright o When I see you smile / I can face the world / oh you know I can do anything (When I See You Smile), oppure This house is not a home without you (Price Of Love), il tutto insieme ad un ottimo rock d'annata e molto easy listening?
Il secondo disco, Backlash del 1991, uscito praticamente "postumo", contiene ugualmente delle gemme AOR quali So This Is Eden, The Time Alone With You (I've been waiting all my life / just to look into your eyes / I live for the time alone with you / 'cause everytime I see your face / all my troubles fade away, per dire), Make Love Last, Straight To Your Heart.
Bad English - Omonimo 1989
Bad English - Backlash (1991)
PS lo so che quando vedrete la foto di copertina, che accompagna questo post, riderete a crepapelle!
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