No pain. The world is a wonderful whisper for those who can listen, if necessary in silence.

20090123

in cerca di Sergio Leone


Appaloosa - di Ed Harris 2009


Giudizio sintetico: si può perdere


New Mexico, 1882. Virgil Cole è forse il più bravo "pacificatore" del west, insieme al fido Everett Hitch e al suo inseparabile fucile calibro 8. Nella cittadina di Appaloosa hanno un problema: il cattivo Randall Bragg fa ciò che vuole insieme ai suoi pards, e di recente ha ucciso lo sceriffo e due aiutanti, solo perchè si erano presentati per prendere in consegna due degli uomini di Bragg che si erano macchiati di un crimine. I cittadini più influenti di Appaloosa quindi, decidono di ingaggiare Cole e Hitch in qualità di nuovo sceriffo e aiutante.


Grande, grandissimo attore caratterista dalla carriera e dalla filmografia sterminata, Ed Harris, debutto promettente alla regia alcuni anni fa con Pollock, si cimenta stavolta con il western e ne esce un film dimenticabile, che non aggiunge niente al già visto. Unico appunto: ha ragione chi sostiene che le donne, cioè la figura femminile, col genere western ha davvero poco a che spartire. L'unica variazione sul tema classico che il film di Harris (e quindi il libro dal quale è tratto, omonimo, di Robert B. Parker) opera è, appunto, l'inserimento di una figura principale destinata a una donna, Allison French. La figura serve in definitiva solo a dare linfa per allungare e complicare leggermente la storia, fino al finale, che non svelerò, forse il momento più positivo del film (e molto "gay", neppure troppo tra le righe). Le dinamiche sono stantie e prevedibili, così come le figure dei protagonisti, piuttosto stereotipate. Le recitazioni, di conseguenza, risultano poco esaltanti. Ed è un peccato, perchè a livello di forma, Harris si dimostra non geniale, ma molto rigoroso, aiutato da una bella fotografia, usando la macchina diligentemente, sia nei campi lunghi che nello stretto. Per i primi piani, ripasseremo.

Due parole sul cast. Harris e Mortensen hanno avuto tempi molto migliori; Jeremy Irons, invece, forse grazie alla parte (il cattivo Bragg), risulta molto più vivo rispetto a tutte le prove (sue) viste negli ultimi 10 anni. Un discorso particolare bisogna farlo per Renée Zellweger. Dal suo arrivo in scena fino alla fine, ci si domanda se abbia avuto un qualche incidente. Mai stata un'attrice granchè espressiva, la bionda Renée, probabilmente per via del botox o dei ritocchi, ha ormai acquisito una mimica ridotta al minimo e un viso realmente inquietante. Non ci sono dubbi che Ariadna Gil (bravissima attrice spagnola, probabilmente segnalata a Harris da Mortensen, che insieme a lei ha recitato in Alatriste), che interpreta Katie, la "concubina" di Hitch, con 4-5 scene e altrettante battute, a filo di gas, fa una figura anni luce migliore della Zellweger.


Provaci ancora, Ed.

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