No pain. The world is a wonderful whisper for those who can listen, if necessary in silence.

20111002

il mare delle memorie




The Sea Of Memories – Bush (2011)

Believe it or not, sono passati dieci anni dall’ultimo disco dei Bush. E a me sono sempre piaciuti.
Credo che ormai dobbiamo abituarci a una “gestione” di questo tipo delle band, come in questo caso: i Bush si erano ufficialmente sciolti nel 2002, e l’anno scorso sono tornati a riformarsi, per dare alla luce un disco nel settembre 2011.
Torna Robin Goodridge alla batteria, e il factotum è sempre Gavin Rossdale, che ho avuto il piacere di definire come il nuovo Michael Bolton in occasione del suo disco solista. Alla produzione Bob Rock.
Album gradevolissimo complessivamente, sospeso come potevamo aspettarci tra sonorità rock e tentazioni pop, ci permette di (ri)ascoltare ancora la bella voce di Rossdale, alle prese con un cambiamento, che qualcuno potrà interpretare come una svendita, altri come una naturale evoluzione. I Bush sono capaci di pestare sull’acceleratore mantenendo vigile la ricerca di belle melodie. I pezzi sono sempre arricchiti da armonici di chitarra, tappeti discreti di tastiere, spruzzate elettroniche, cori mai invadenti ma sempre puntuali. Pezzi come The Heart Of The Matter, I Believe In You, Red Light, il singolo che ha anticipato l’album The Sound Of Winter, Stand Up, She’s A Stallion, The Mirror Of The Signs, All My Life, sono più che piacevoli, e pure pezzi relativamente anonimi come The Afterlife o Baby Come Home acquistano punti con il bel ritornello e gli ottimi soli di chitarra, mentre non potevano mancare un paio di eleganti ballads come Be Still My Love e All Night Doctors, poste strategicamente (una in mezzo, l’altra in fondo), prevedibili ma innegabilmente belle.
Bentornati.







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