No pain. The world is a wonderful whisper for those who can listen, if necessary in silence.

20111011

l'aquila


The Eagle - di Kevin Macdonald (2011)

Giudizio sintetico: si può vedere (2,5/5)
Giudizio vernacolare: occom'eran guappi i romani? m'arriordano l'ameriani

140 D.C. Il giovane centurione Marco Aquila è il figlio del comandante della Nona Legione Flavio, Nona scomparsa circa vent'anni prima nel nord della Britannia. Marco, destinato ad una fulgida carriera nell'esercito romano, viene destinato a comandare un forte. Sceglie un posto lontanissimo da Roma, ma vicino a dove scomparve il padre, che, con la perdita dell'aquila, simbolo della Legione e, quindi, di Roma stessa, ha disonorato l'intera famiglia. Nonostante i suoi nuovi sottoposti lo giudichino troppo giovane, Marco si distingue per coraggio e valore, rimanendo gravemente ferito ad una gamba nel tentativo di salvare la vita ad una pattuglia di uomini che lui stesso aveva mandato in avanscoperta, non arrivando le provviste ed essendo preoccupato per la salute ed il morale, sempre dei suoi uomini.
Passa la convalescenza a casa dello zio Aquila, e qui riceve la visita di Lutorio, il suo vice, che gli porta i saluti e la riconoscenza di tutti gli uomini, ma pure la notizia che è stato congedato con onore. Marco salva la vita ad uno schiavo britannico, fomentando la folla che assiste ad un combattimento organizzato per il divertimento dei romani, e lo zio glielo assegna come schiavo personale. Il suo nome è Esca.
Quando Marco è capace di reggersi in piedi, non avendo più niente da fare, comincia a pensare che fare del suo futuro. Una conversazione a cena, che getta fango sul nome di suo padre e della sua famiglia, gli dà la spinta decisiva per lanciarsi in un'impresa che ormai covava da sempre: andare oltre il Vallo di Adriano, al nord, sulle tracce del padre, per ritrovare l'aquila. Esca, che di certo non ama i romani, ma che ha giurato fedeltà a Marco, dovendogli la vita, sara certo una guida utile, per un viaggio rischioso.

Macdonald, scozzese fattosi le ossa con i documentari, ci ha già dimostrato di essere un buonissimo regista, e di non fossilizzarsi sui generi. Di lui ricordiamo con piacere La morte sospesa (Touching The Void), L'ultimo re di Scozia, e pure, anche se inferiore, il rifacimento "condensato" di State of Play al cinema. Stavolta, riprendendo un tema già affrontato dal collega Neil Marshall in Centurion, quello della Nona Legione, si affida (liberamente) al libro The Eagle of the Ninth di Rosemary Sutcliff, tra l'altro il primo di una serie, già trasposto sullo schermo dalla BBC nel 1977.
Ne esce un film storico passabile, un po' meno muscolare di Centurion, anche se l'azione e i combattimenti non mancano di certo, e un po' più introspettivo, soprattutto grazie al dualismo padrone/schiavo interpretato da Marco ed Esca. Non vi aspettate però qualcosa di troppo profondo: mettere in risalto il sottotesto politico/coloniale, come ha fatto qualche recensore, mi pare una forzatura. Bisogna impegnarsi parecchio per leggervi una critica al passato colonialista inglese, o addirittura all'esportazione della democrazia da parte degli USA.
Il film è in ogni modo decente, e scorre piacevolmente. Channing Tatum (Marco) è pure troppo mascellone, ma se la cava discretamente, seppur con un'interpretazione più fisica che espressiva. Meglio Jamie Bell (Esca), il mai dimenticato Billy Elliot. Gettone di presenza per Donald Sutherland, soldi che si potevano risparmiare, è un piacere, e fa anche un po' ridere, rivedere Denis O'Hare, l'ormai mitico Russel Edgington di True Blood, qui nei panni di Lutorio.
Detto che c'è anche Mark Strong, qui Guern, sempre ottimo, scorrendo i nomi del cast, e affidandomi al mio sesto senso (leggi: ma dove cazzo l'ho già visto questo?), ho scoperto un paio di cose curiose. La prima non aggiungerebbe niente alla vostra curiosità, ma la seconda si: il principe del popolo delle Foche, Foche che tra parentesi somigliano curiosamente agli indigeni che One Eye incontra alla fine di Valhalla Rising, è interpretato nientepopodimenoché da Tahar Rahim. Direte voi "e chi cazzo è?". E invece state sbagliando. Il profeta vi dice nulla?
Molto belle le location: Scozia ed Ungheria.

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