No pain. The world is a wonderful whisper for those who can listen, if necessary in silence.

20111022

Polonia ottobre 2011


Varsavia è diventata la mia fuga dalla routine quotidiana. Negli ultimi cinque anni, questa è la quarta volta che ci vado. E' cominciato tutto per caso, e l'amico Massi ci ha preso moglie. Questa volta, con circa un anno di ritardo, sono andato pure per vedere la loro erede, Eliza, bellissima bambina con una voce interessante.
Sono arrivato sabato sera, e mercoledì mattina sono ripartito. Abbiamo avuto 3 giorni splendidi, freddi ma soleggiati, e abbiamo passeggiato per chilometri. Non ci credete? Lunedì Massi ha conteggiato circa 13 chilometri di "passeggiata", col passeggino ed Eliza sopra, che dormiva. Ci hanno continuamente equivocato per una coppia gay con bambina, e qualcuno ce l'ha pure detto, con gentilezza, tra l'altro. Forse non ve l'avevo detto le volte scorse, ma Varsavia è una città con moltissimo verde, e dei parchi enormi. Per la quarta volta, non sono riuscito ad andare al museo dell'Uprising (della sollevazione, insomma), una buona scusa per avere qualcosa da fare la prossima volta, ma in compenso per l'ennesima volta il tassista non trovava la (nuova) casa dei miei amici. E ti credo: il palazzone si chiama col nome di una via che però è dietro l'angolo!
Ma ricapitolando: il traffico è aumentato. La concomitanza dei lavori per la nuova linea della metropolitana, e quelli per terminare lo stadio nazionale, che dovrà essere pronto per gli Europei del prossimo anno (organizzati insieme all'Ucraina), ha fatto si che venisse chiuso uno dei (pochi, per una città così grande) ponti sopra la Vistola. Questo sta creando ingorghi, file interminabili, e dentro i quali rimangono intrappolati taxi e autobus. Si salvano i tram (moderni, quelli vecchi sopravvivono ma stanno per essere tutti sostituiti), e ovviamente il treno, che può essere usato come metropolitana di superficie. Naturalmente, anche le stazioni cittadine secondarie (quella principale è nuova, e somiglia un po' a quella di Berlino), stanno subendo un restyling, con qualche disagio per i viaggiatori.
Lo stadio, soprattutto di notte, fa una bella impressione. Ma tutto intorno, la zona è ancora un cantiere aperto (la foto è una "proiezione" fatta al computer). Verso sud-est, più o meno, rispetto allo stadio, sempre dalla parte opposta del centro di Varsavia, ho scoperto, grazie ai miei amici, un nuovo quartiere fighetto, Saska, molto carino, pieno di bar e localini: poche decine di minuti, seduti all'aperto, sotto il sole che è sempre il sole, anche se ci sono poco più di zero gradi, a mangiare e bere, nonostante un servizio a dir poco scadente, me l'hanno fatto apprezzare molto.
Non mi sono fatto mancare un concerto, anche stavolta. Anna Calvi, al Palladium, in centro, bel posto, decisamente superiore ad un club italiano naturalmente, bel concerto (ve ne parlerò), atmosfera rilassata.
Mi sono fatto portare al Decathlon di Targòwek, dove ho potuto verificare che i prezzi sono identici a quelli italiani. Naturalmente, questo vuol dire che per il polacco medio, Decathlon è ancora un po' caro.
I palazzoni di eredità comunista hanno sempre il loro fascino. Svegliarsi la mattina e vederne uno, riverniciato come tutti giallo e arancio, è un bell'impatto. Nella parte del centro, "di là" dalla Vistola, rispetto al quartiere dove vivono gli amici, Praga Pòlnoc, si notano i soldi, nuovi grattacieli, nuovo lusso, auto più nuove e più grandi. L'aeroporto cresce, e adesso è definitivamente moderno.
Alcune cose, naturalmente, lasciano ancora a desiderare. Come testimoniano gli amici, l'istruzione, la sanità. E qui potremmo aprire un discorso lungo, importante, sul luogo da scegliere per crescere un bambino. Sto pensando ad altre tre coppie, due in Regno Unito, una in Belgio, e ai figli dei miei amici che stanno crescendo in Italia. Sarà antropologicamente interessante e curioso, vedere come cresceranno, quali saranno le differenze.
Com'è, come non è, sono bastati quattro giorni scarsi per rilassarmi a dovere. E non sono riuscito ad intristirmi neppure mercoledì mattina, vedendo che pioveva, e dopo che il taxista mi ha chiesto 20 zloty in più rispetto a quello che mi ha portato dall'aeroporto a casa dei miei amici, per un percorso che era di circa la metà. E per l'ennesima volta, prendendo un volo low-cost, ho pensato ancora una volta (ormai un luogo comune, una frase fatta), che il mondo è diventato proprio piccolo.
Grazie a chi mi ha ospitato (Massi ha fatto bei progressi col polacco). Alla prossima.

3 commenti:

cipo ha detto...

Quoto: "E qui potremmo aprire un discorso lungo, importante, sul luogo da scegliere per crescere un bambino": apriamolo pure quando vuoi, é indubbiamente interessante, e figurati anche MariaPa e io come siamo curiosi :)
Dico però, e forse è cosa ovvia, che il luogo geografico è solo una delle tante sfaccettature che compongono l'ambiente nel quale cresciamo i nostri piccoli, e che la sfida dei genitori è far sì che questo ambiente sia il più aperto e variegato possibile. Certo essere all'estero, scomodissimo per alcuni aspetti, aiuta in altri. L'impressione nostra è che in Italia i figli siano ancora troppo spesso 'coccolati' fuori misura e fatti crescere in un ambiente tropo ovattato; penso, però, che questo piano piano cambierà.

jumbolo ha detto...

naturalmente una delle coppie alle quali pensavo eravate voi!
si, questo discorso del "troppo coccolati", e dell'essere un po' troppo apprensivi, è tipicamente italiano, ma, naturalmente, il mio è un punto di vista da non genitore, quindi facilmente smontabile.
a parte il tipo di scuola (e pensando a questo mi rendo conto che mi sono dimenticato, nel conto delle coppie, degli amici Chiko e Ale che vivono a Dubai...pensavo solo all'Europa, sorry!), la cosa che mi "preoccupa" di più, nel ricevere un'istruzione in Italia, è la mancanza di un insegnamento "serio" delle lingue straniere...e questo è un gap che, se non riusciamo a colmare, ci renderà la vita più difficile di adesso. per dirne una.

cipo ha detto...

... hai ragione, infatti, lasciando da parte l'inglese che ho dovuto imparare a masticare per motivi di pura... sopravvivenza! a me dispiace non sapere altre lingue, per esempio il francese. Oggi per esempio avrei voluto capire bene, senza traduzioni politically correct, cosa avesse veramente risposto Sarkozy ai giornalisti dopo che gli avevano chiesto di Berlusconi, e lui e la Merkel non erano riusciti a trattenere una risatina....