In amore niente regole - di George Clooney 2008
USA, intorno al 1925, quello che adesso è diventato lo sport nazionale, il football (americano), è poco più di un gioco amatoriale. I campi sono ammassi di fango quando piove, le tribune inesistenti, gli spogliatoi sono un optional. Jimmy "Dodge" Connelly è un buon giocatore, leggermente anziano, intellettualmente molto più dotato della media imperante. Quando la sua squadra sta per chiudere per mancanza di fondi (anzi, ha già chiuso), convince il manager C.C. Frazier a far giocare il suo pupillo Carter Rutherford detto Il proiettile (The Bullet) nei professionisti, e precisamente nella squadra di Connelly. Infatti, Rutherford, famoso anche per essere stato un eroe di guerra, gioca nel campionato universitario: paradossalmente, il football universitario è messo molto meglio. Il proiettile si porta dietro Lexie Littleton, rampante e caustica (nonchè avvenente) giornalista che sta indagando sulla vera storia del campione eroe.
Deludente il nuovo lavoro come regista (e attore, of course) di Clooney, che ci aveva abituato ad un cinema impegnato e piuttosto intellettuale. Per quanto questo Leatherheads (il titolo originale, evidentemente il nomignolo col quale erano chiamati i giocatori di football americano ai tempi, dal copricapo a casco ma fatto di pelle) possa essere interessante dal punto di vista storico-sportivo, ricordare (da lontano) lo spassosissimo Prima ti sposo, poi ti rovino, dei Coen con lo stesso Clooney, e lanciare sottotraccia un messaggio di rimpianto (si stava meglio quando si stava peggio) verso i bei tempi che furono, e al tempo stesso dimostra quanto la società statunitense si basi sul dio denaro, è impossibile non rimanerci male se si pensa che i lavori precedenti del bel George dietro la macchina da presa sono stati Confessioni di una mente pericolosa (sottovalutato, ma interessantissimo) e lo stupendo Good Night, and Good Luck.
Bella fotografia patinata, divertente a tratti, ma fin troppo ridondante e con troppe concessioni al botteghino. Buona la mano, ma niente a che vedere con i precedenti lavori, come già detto, prove attoriali gigionesche (Clooney e Krasinski) e a tratti insopportabili (Zellweger), con un Jonathan Pryce sprecato nei panni di C.C. Frazier.
Superfluo.
Giudizio sintetico: si può perdere
2 commenti:
poi va anche detto che in questo momento clooney porta anche jella.
si è schierato con veltroni e sappiamo tutti come è andata.addirittura dopo il suo appoggio a obama,la clinton a ricominciato a sperare....
quindi,ci sta che questo film sia un fiasco.
roba da toccarsi le palle!
punkow
ahahahahahahahhaahha!!!
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