No pain. The world is a wonderful whisper for those who can listen, if necessary in silence.

20080402

parole e frasi

Dal Borzacchini Universale, un bellissimo dizionario italiano-livornese, una frase che ho sempre trovato bellissima.


PINZA E VOLA
Locuzione di squisita matrice labronica; nella forma “e’ devi esse’ pinza e vola” presenta un complesso costrutto di figure retoriche che vanno dalla metafora all’ironia non senza il consueto uso dell’antifrasi. (1)
Come tutte le espressioni di ambito popolare livornese introdotte dagli incipit : ‘e’ devi esse’…’, ‘e’ se tu vòi e’ sei…’, ‘e’ saosa e’ sei…’, il suo significato risulta fortemente affermativo del contrario del concetto immediatamente seguente. Il Gazzurro-Crosta, ricercatore di Anomalie Linguistiche e Lupini Sfusi presso la Cattedra di Pane Imburrato a fette dell’Università di Canaia e Papilla, avanza la ragionevole tesi che la figura in questione sia mutuata da un apocrifo scespiriano del XVI-II sec. Che introdusse nella famosa tragedia Re Lear la battuta “…and if I want i am the Ciucia’s baby…” (“…e se tu vòi sono ‘r bimbo della Ciucia (2)…” ) con la quale l’anziano e derelitto sovrano reclamava con doloroso anelito le cure e le attenzioni che gli erano dovute.
Nella fattispecie l’espressione ‘e’ devi esse’ pinza e vola’ è comunemente rivolta – in guisa di riprovazione – a persona distratta e disattenta, quando non proprio ottusa e ritardata, nell’affermare rapidamente concetti, nozioni, suggerimenti ed allusioni; il prof. Moltrasio Nazzicone nel suo Trattato di Epistemologia Basculante e Caccole Viperine ad uso della Borghesia Illuminata, asserisce che ‘pinza e vola’ è brillante metafora o sineddoche o metonimia o ellissi perifrastica o “strabudello di su’ ma’ cane” (3), atta ad individuare un animale particolarmente veloce come la zanzara la quale appunto punge (pinza) e vola via con grande rapidità.
La similitudine introdotta da questa efficace espressione ci sembra all’altezza della migliore tradizione del linguaggio labronico, così immediato e privo di enfatici infingimenti e quindi idoneo alla migliore conversazione tra gentiluomini, specie nelle dotte controversie da osteria tra il mi’ cognato Oreste che ha calato un carico e il compare che è senza briscole; “…e’ devi esse’ pinza e vola…” dirà infatti quest’ultimo rimproverandogli con accorata veemenza di non aver colto l’ammicco.


NOTE :
(1) E del freno a mano.
(2) “Classico personaggio di que’ picareschi quali non ne mancano in ogni comunità: vagabondi e barboni, folli, vecchie meretrici, mutilati, sciancati, accattoni a funger da margine alla società per riconsolarla della sventura d’esser borghese; a costoro s’associan leggende e s’appoggian lazzi, s’affibbian nomignoli ingiuriosi e si tengono per le burle da osteria. Riprovevole costume…” (cfr. E. DE AMICIS, I poveri se non ci fossero, andrebbero inventati, Pinerolo 1886). La Ciucia, a Livorno, apparteneva all’universo succitato ed una sua improbabile discendenza avrebbe goduto di un’analoga collocazione e considerazione
(3) Il Nazzicone, profondo dantista, andava spesso soggetto ad “accenti d’ira e orribili favelle” tanto che fin da piccolo il suo precettore, il famoso Abate Mazzadura da Bèsbol, lo ammoniva: “Nazzicone, Nazzicone, se non la fai finita con le parolacce ti fò un culo così…!” (Schuster)

Nessun commento: