A golpes - di Juan Vicente Córdoba 2005
Giudizio sintetico: si può perdere
Vallecas, grande barrio suburbano di Madrid. Maria, Juanita, Vicky, Mena e Nitzia formano un gruppo di ragazze amiche prima di tutto, alle quali la realtà machista proprio non va giù. Nella realtà della periferia, c'è da lottare ogni giorno per sopravvivere, con pochi soldi, famiglie disastrate o inesistenti, rischi di ogni genere. Mena traffica con le droghe, Vicky è in prigione, Nitzia, di origini marocchine, è maltrattata dal padre (protetto dai fratelli), Juanita (di origini colombiane) si dà da fare tra messe in piega e maquillage, Maria, la cui madre è morta forse per colpa del padre, che lei si rifiuta di vedere, è brava nella boxe. E pure Fran ha la passione della boxe, ma diventa il motivo della prima divisione tra le ragazze: Juanita rimane incinta di lui, mentre usciva con Maria. La boxe è praticata nella palestra di Mariano, un ex campione europeo che vuole dare una via d'uscita ai ragazzi del barrio.
Le divergenze tra le ragazze si appianano, ma i soldi non ci sono. Decidono quindi di emulare, e se possibile superare, i maschi del quartiere, facendo rapine...
Penultimo lavoro di Córdoba, che avevamo apprezzato con Aunque tú no lo sepas, trasposizione di un racconto di Almudena Grandes, non ci convince invece con questo A golpes, dagli obiettivi incerti, dalla sceneggiatura zoppicante e dai profili psicologici dei personaggi ancora meno chiari. Troppe incongruenze, anche se si capisce che la volontà c'è e l'intento nobile.
Regia diligente, fotografia discreta, attori e attrici non tutti all'altezza, curioso vedere la bella Natalia Verbeke nei panni di una "million dollar baby" dal pugno duro: l'avevamo amata ne Il figlio della sposa, dove era la giovane fidanzata di Darín. Qui la mediocrità del film non la aiuta.
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