No pain. The world is a wonderful whisper for those who can listen, if necessary in silence.

20091118

l'interprete


The Interpreter – di Sydney Pollack 2005


Giudizio sintetico: si può vedere


Silvia Broome è bella, algida, cool (va in giro a NY con la vespa). Lavora all’O.N.U., fa l’interprete. E’ nata negli USA, ma è cresciuta in un paese africano, vivendo l’instabilità della guerra continua, subendo gravi lutti. Un giorno, rientrando nel palazzo di vetro a prendere una borsa che si era dimenticata, ascolta una conversazione, nella lingua del suo paese, nella quale si progetta l’assassinio del Presidente Zuwanie, proprio quello del paese che ha lasciato, il Presidente che lei odia, presidente che di lì a poco parlerà alle Nazioni Unite, contro chi lo accusa di genocidio. Tobin Keller è l’agente che guiderà le operazioni di sicurezza; viene incaricato di indagare su Silvia, e poi, quando la sua testimonianza verrà confermata, di proteggerla. Keller però, sente che Silvia gli nasconde qualcosa, nonostante creda alla sua buona fede. Entrambi hanno subito “torti” dalla vita, ma ci metteranno del tempo ad entrare in sintonia. Nel frattempo, l’intreccio dietro al Presidente Zuwanie si complica, mietendo vittime innocenti anche negli USA.

Una sorta di spy story, venata di riferimenti al presente, segna l’ennesimo film di Pollack, che come sempre dirige alla perfezione un prodotto gradevole, dal buon ritmo, segnato da due ottime interpretazioni (quasi impossibile il contrario) dei protagonisti Nicole Kidman, sensuale anche vestita casual, e Sean Penn, abbonato ai ruoli da persona segnata dalla vita. Flashback funzionali, anche se un po’ eccessivi, ci spiegano alla perfezione il passato di Silvia, oppure ci svelano il loro significato durante lo svolgimento del film (come quello dell’incipit).

Fotografia nitida ed elegante, paure attuali e il politically correct che trionfa, alla fine. Sarebbe lecito pretendere qualcosa di più, da un fuoriclasse.

Un film perfetto, ma che non esalta.

1 commento:

Filo ha detto...

La mano di Pollack si vede nella scena dell'autobus.
L'unica - a mio parere - scena veramente bella.
Del film mi sono rimaste solo quella e l'interpretazione (praticamente perfetta) dei due protagonisti.