Corrado Guzzanti in Recital; lunedi 9 novembre 2009, Livorno, PalaLivorno
Palazzetto non gremitissimo per Corrado Guzzanti, coadiuvato dalla sorella Caterina e dal piccolo ma grande Marco Marzocca, per questo Recital.
Dura ben tre ore lo spettacolo, sinceramente un po' troppo anche per chi lo guarderebbe in continuazione (come me), snocciolando le sue grandi ed ormai storiche imitazioni, affiancate da alcuni dei suoi personaggi di fantasia. Usa il maxi-schermo sullo sfondo del palco sia per i primi piani, sia per intervallare gli interventi e prendersi il tempo per il trucco (e lo strucco).
Lascia spazio e palco ai due colleghi/collaboratori/spalle, che sciorinano i loro cavalli di battaglia (Maria Stella Gelmini e Miss Italia, per citarne un paio, per Caterina, Padre Federico ed Ermes Cassiodoro per Marzocca), anche se proprio in quei momenti la tensione cala, risultando la parte debole dello spettacolo.
A parte i seppur divertentissimi interventi, applauditi a lungo proprio perchè personaggi spensierati e molto graditi, di Vulvia e di Quelo, che però non aggiungono altro a quanto già visto in televisione, i momenti più alti della serata si possono individuare, senza ombra di dubbio, nelle due imitazioni di Giulio Tremonti (posta proprio in apertura, la vedete anche nella foto; Tremonti è visto come un nobile dotato di trono e vestito quasi come fosse alla corte di Re Sole) e di Fausto Bertinotti, insieme allo spazio dedicato alla "creazione originale" del cardinale Don Florestano Pizzarro. Questi tre momenti, articolati come interviste, con la voce fuori campo di Caterina Guzzanti, non solo fanno morire dal ridere, spesso e volentieri, ma disegnano una radiografia solo apparentemente surreale, della realtà italiana. Le strambe teorie del ministro dell'Economia Tremonti, che crea lo scudo fiscale per attirare soldi extraterrestri, la dichiarazione programmatica di Bertinotti sulla sinistra ("abbiamo sostituito il voto utile al voto dilettevole"), che profetizza scissioni infinite e la creazione di milioni di piccolissimi partiti comunisti, che si insinuino come virus nella società, e l'analisi fredda e spietata di Don Pizzarro del rapporto tra società civile e Chiesa ("ao è lavoro eh, che mo devo porta' a casa?"), che "svela" che la fede è tutta una montatura, sono capolavori di comicità satirica, oltre a un numero piuttosto interessante di freddure sulla situazione attuale da parte del personaggio del conduttore (originariamente creato per Il Caso Scafroglia), fanno di questo Recital, se non fosse vero il fatto che un artista come Guzzanti va visto, a parere di chi scrive, a prescindere, uno spettacolo da vedere, anche se fondamentalmente molto pessimista.
Infatti, se mettete insieme questi tre capisaldi dello spettacolo, alla chiosa costituita dal filmato dell'imitazione di Gianfranco Funari in collegamento dall'aldilà, descrivendolo come un posto dove non ci si può fidare di nessuno, non c'è da stare allegri, quando la risata sfuma.
Detto questo, anche se l'impressione che mi ha dato Corrado, che vedevo per l'ennesima volta, è stata quella di un professionista meno spontaneo di altre volte, vagamente più freddo, lo spettacolo è anche l'ennesima dimostrazione di quanto la televisione, in Italia, non sia né libera, né tantomeno portatrice di buona comicità, se uno come Guzzanti si può permettere di fare un tour di molte date, con uno spettacolo di tre ore; al tempo stesso, il fatto che ci sia gente, e non pochissima, che spende soldi per andarlo a vedere, dimostra che c'è luce in fondo al tunnel. Peccato siano mancati il Dottor Armà (lo "straordinario" televenditore di quadri), Il Massone e Lorenzo, ma del resto non si può avere tutto.
Una serata divertente, un artista straordinario, una riflessione amara su "quanto stiamo andando". Naturalmente, "su questa tera".
2 commenti:
anche su "quanto stiamo facèndo, su questa tera".
Se vedi la luce in fondo al tunnel, fai attenzione.... potrebbe essere un treno...
ciao
p.zza xx
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