No pain. The world is a wonderful whisper for those who can listen, if necessary in silence.

20091115

eboli e dintorni


Cristo si è fermato a Eboli - di Francesco Rosi 1979


Giudizio sintetico: da vedere


Nel 1935, il pittore, scrittore nonché medico Carlo Levi, dopo due arresti per attività antifasciste, verrà mandato al confino (in vacanza, come direbbe il nostro attuale Primo Ministro) dapprima a Grassano (Matera), poi ad Aliano (sempre in provincia di Matera), chiamata Gagliano rispettando la pronuncia locale. Il film di Rosi è ispirato dal libro omonimo, una specie di memoriale di quel periodo scritto dallo stesso Levi, libro che possiamo tranquillamente definire come uno dei più famosi libri italiani, al punto che ne esistono infinite ristampe ed edizioni scolastiche.


Ennesima (e fruttuosa) collaborazione di Rosi con l'immenso Gian Maria Volonté, l'imponente film (quasi due ore e mezzo) descrive in maniera asciutta la vicenda, rispettando l'idea del testo, e riesce a comunicare perfettamente l'intento dello scrittore. Dal punto di vista tecnico si possono fare alcuni piccoli appunti, ad esempio, le "concessioni" poetiche, formate soprattutto dalle carrellate sulle campagne e sui colli, contengo spesso sbalzi della camera, così come il suono è spesso "ondivago", ma in definitiva il lavoro nel suo insieme non viene intaccato. La presa di coscienza dell'intellettuale Levi verso la civiltà contadina, inserita nel contesto storico-politico al quale lui si oppone con la forza della ragione, unita al sempre più forte attaccamento agli stessi abitanti di Aliano da parte sua (lo dimostrerà in maniera postuma, facendosi seppellire lì, mantenendo una promessa, quella di tornare, che non aveva potuto rispettare in vita, in quel cimitero dove lui andava a cercare fresco e tranquillità), va di pari passo con gli accadimenti italiani, che lì arrivano filtrati e appaiono distanti anni luce.

Montaggio un po' forzato, al punto che il film non è molto fluido (vedasi per esempio l'episodio del sanaporcelle, che dà l'impressione di essere avulso dal resto), grande prova di Volonté, signorile e ironico nei momenti di confronto con altre "convizioni", religiose e politiche, fortemente interessato alle tradizioni dei contadini, scettico con rispetto davanti alle credenze popolari, e, a dispetto del minutaggio ridotto (rispetto a quello di altre figure maschili), due figure femminili straordinarie punteggiano il film con grande forza: Lea Massari nei panni della sorella di Levi, Luisa, e una intensa Irene Papas nei panni di Giulia, la governante con alle spalle 17 (diciassette) gravidanze.

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