Brüno - di Larry Charles 2009
Giudizio sintetico: deludente
Brüno è austriaco, è gay, fa il conduttore televisivo ed è convinto che il mondo giri intorno alla moda e alla celebrità. Quando perde il posto nella tv dove lavora, decide di trasferirsi negli USA e di diventare la seconda celebrità austriaca più famosa, dopo Hitler.
Sascha Baron Cohen, preso a piccole dosi, è spassoso. A volte, anche preso a dosi importanti: così è accaduto con il suo debutto cinematografico (Ali G Indahouse), e con la seconda (Borat), film dove ovviamente portava alcuni dei suoi personaggi, personaggi che gli hanno regalato una discreta dose di celebrità e successo. Il suo umorismo è greve, ma spesso necessario per portare alla luce viltà e intolleranza dell'uomo moderno.
Purtroppo, questa terza prova, devo dire anche piuttosto attesa, è alquanto deludente. Non solo la storia, di certo non la chiave del successo degli altri film, risulta scialba e senza alcun senso, ma, sfortunatamente, anche le gag, piuttosto slegate (come accade spesso ai comici tv che migrano al cinema) tra di loro, non fanno proprio ridere.
Il film si riprende leggermente nel finale, dove per la prima volta lo spettatore riesce a credere veramente che Cohen sia riuscito a gabbare i presenti (cosa della quale non si ha l'impressione durante tutto il film), e allo stesso tempo a tirar fuori loro tutta l'omofobia che hanno in corpo.
Ma pochi minuti non riescono a risarcire il cinefilo per gli altri noiosissimi 80, passati a chiedersi il perchè non si sia impiegato meglio il tempo, oggi così prezioso.
Forse è meglio che l'amato Sascha, come attore sempre molto molto bravo, si fermi un poco a rifletterci su.
1 commento:
ah, allora dicevi sul serio :D
Posta un commento