No pain. The world is a wonderful whisper for those who can listen, if necessary in silence.

20091218

The Assassination Of Richard Nixon


The Assassination – di Niels Muller 2005


Giudizio sintetico: da vedere


1974, Stati Uniti d’America. Sam Bicke è un uomo sensibile, ideologicamente intransigente, insofferente a qualsiasi tipo di prevaricazione, ma fondamentalmente un debole. Figlio di immigrati, non riesce a realizzare il sogno americano a differenza del fratello più grande al quale finisce per rubare in maniera meschina. Il suo matrimonio è andato in pezzi, e lui è l’unico a non rendersene conto; non riesce a conservare un lavoro se non per brevissimi periodi, coltiva progetti lavorativi surreali, anche il suo migliore amico ormai lo compatisce.
Esasperato, decide di perseguire un progetto folle, per essere ricordato dai posteri, e per punire colui che la sua mente individua come il responsabile del suo fallimento ma anche del declino americano verso la dittatura dei bugiardi e l’affermazione di una schiavitù: il presidente Richard Nixon, in quel periodo sovraesposto alla televisione (vero incubo del film; politici avvertiti, altro che treppiedi o statuette del Duomo).
Decide di ucciderlo dirottando un aereo e facendolo schiantare sulla Casa Bianca (motivo, pare, dei problemi ai quali è andata incontro questa sceneggiatura) e di lasciare dei "diari" di testimonianza su nastro, che invia a personaggi famosi (nel film solo al maestro Bernstein, nella realtà a molti altri, anche attori, tra i quali Marlon Brando).

Tratto da una storia dimenticata, ma realmente accaduta, angosciante anche se si sa benissimo come non andrà a finire, The Assassination è una lenta e disperata discesa all’inferno senza clamore, di un uomo senza qualità (ma che non per questo merita di impazzire), stritolato da una vita, consentitemelo, di merda, ingabbiato da un idealismo da quattro soldi, ma onesto, un uomo predisposto si, alla follia, ma sicuramente aiutato a raggiungerla. Da cosa, giudicherà lo spettatore.
Bel tocco del debuttante Muller, un film coraggioso da mettere sullo schermo (un plauso a tutti i produttori e a chi ha fortemente voluto il film), che fa pensare a quanto sia facile "sbagliare" e a quanto siano diverse le reazioni dell’opinione pubblica, a seconda di come viene guidata e dalla situazione ambientale del momento, ottimi comprimari (sempre più bella, e brava, anche se trasandata, Naomi Watts), ma c’è da dire, senza nulla togliere al film, che esso stesso non esisterebbe senza uno straordinario Sean Penn.

Nessun commento: