No pain. The world is a wonderful whisper for those who can listen, if necessary in silence.

20091221

Looking For Eric


Il mio amico Eric - di Ken Loach 2009


Giudizio sintetico: da vedere


Manchester, oggi. Eric Bishop non è messo benissimo. Ha circa 50 anni, e pensa al suicidio; soffre di crisi di panico (ma lui non lo sa), depressione, il rimorso per aver abbandonato la bella moglie giovanissima (che lui in verità ama ancora), conosciuta ad una gara di ballo (l'altra sua passione assieme al calcio) e poi sposata perchè messa incinta, 30 anni prima, non lo abbandona mai. Non è finita qui: vive con due figliastri, lasciatigli da una compagna scappata e mai più ricomparsa, con uno dei quali non ha un buon rapporto, e che si sta cacciando in grossi guai. Il film comincia con Eric che, in preda ad una crisi, gira contromano in una rotatoria con l'auto finchè non si scontra frontalmente con un'altra.

La solidarietà dei colleghi (Eric è un postino) e degli amici è commovente: cercano in ogni maniera di tirargli su il morale, di farlo sorridere, organizzano sedute di auto-aiuto a casa sua. Un po' in seguito a questo, un po' (soprattutto) per la marijuana sottratta al figliastro grande e fumata in camera sua, davanti ad un poster a grandezza naturale del suo idolo calcistico, Eric "entra in contatto" con Eric Cantona, indimenticata stella del Manchester United di alcuni anni fa. Il carisma di King Eric, assieme alla forza nascosta di Eric (Bishop) e al fatto che la figlia Sam, avuta con l'abbandonata (da Eric) Lily, abbia conservato con lui un buon rapporto, e che, essendo in procinto di laurearsi, ha bisogno che sia lui che la madre gli facciano da baby-sitters, avendo cura della nipote Daisy, riusciranno a dare una svolta alla vita del postino, che però, nel momento più difficile, si affida al "gioco di squadra", come la tradizione calcistica vuole.


Non so, ho idea che chi fa l'oltranzista sul percorso di Loach, liquidando questo film come una commedia senza profondità, sbagli. Certo, probabilmente è il suo film più vicino a una commedia vera e propria, ma il cinema di Loach, pur essendo sempre costantemente dalla parte della gente comune, non ha mai mancato di ironia, divertimento, belle battute. Al tempo stesso, era un po' che non ci commuoveva così tanto, nonostante i sentimenti siano sempre come nervi scoperti, quando ci si pone alla visione di un film del "compagno Ken".

Insomma, alla fine, è proprio un bel film, questo Looking For Eric, nella versione originale, decisamente più azzeccato, come titolo, della traduzione italiana. Si ride, si piange, ci si emoziona e si tifa. Si tifa per Eric, Bishop, perchè non abbandoni la speranza, un po' come vorremmo non abbandonarla noi tutti.

Sceneggiatura come sempre superba, del fedele Paul Laverty, fotografia perfetta (al punto che quando ci capita, o ci capiterà di andare in Inghilterra, è così che ce la aspettiamo), regia talmente fluida e "naturale" che non pensi mai al fatto che ci sia qualcuno che posiziona o muove la telecamera, sei "naturalmente" dentro l'azione, attori poco conosciuti che però funzionano splendidamente.

Scoppiettanti i due protagonisti, Steve Evets (Eric Bishop) ed Eric Cantona (se stesso), impagabili tutti gli amici di Eric (la scena delle maschere è indimenticabile), delicatissima Stephanie Bishop (Lily).

Diversi critici bravi hanno paragonato questo film a La vita è meravigliosa di Capra. Io credo solo che Loach non abbia mai fatto lo stesso film, e questo da più di 40 anni, e che riesca sempre a stupirci. Tutto qua.

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