Segreti di famiglia - di Francis Ford Coppola 2009
Giudizio sintetico: si può perdere
Tetro ha tagliato i ponti con la famiglia, ed è andato a vivere a Buenos Aires, quartiere de La Boca. Un bel giorno, suo fratello Bennie bussa alla sua porta. Gli apre Miranda, la compagna di Tetro, che fa un sacco di feste a Bennie, ma non può nascondere l'imbarazzo quando Tetro manifesta la sua scontentezza per la visita del fratello. Perchè Tetro è così disturbato dal riavere contatti con un membro della famiglia? E perchè non ne vuole più sapere?
Sono tutti convinti che Francis Ford Coppola voglia "tornare alle origini", che voglia "fare cinema indipendente dai voleri delle major", che cerchi di filosofeggiare, che cerchi le radici. Secondo me vuole solo girare il mondo senza affanni. Come fu per la Romania del deludentissimo Un'altra giovinezza (altro film osannato dalla critica, pur essendo una mattonata fuori dal comune), eccoci adesso nell'Argentina di Tetro, disgraziatamente tradotto nella sua versione italiana in un tristissimo Segreti di famiglia, un'Argentina idealizzata e, concedetemelo, messa in scena macchiettisticamente dal Maestro, con un occhio e una fotografia che ne fa perdere tutta la sua potenza. Coppola mescola elementi da film intellettuale (il bianco e nero alternato al colore, ma ovviamente al contrario: b/n per l'attuale svolgimento della storia, il colore per i ricordi) un po' a caso, e studia una sceneggiatura complicatissima e cervellotica, con reminescenze sia autobiografiche, sia riferite a suoi vecchi film, assortisce un cast che accontenta tutti (quelli che ci hanno messo i soldi, probabilmente), e dirige un po' a casaccio, tanto gli riesce sempre (quasi) tutto. Il risultato è un film soprattutto soporifero, lunghissimo ed estenuante, che ci consegna un regista dal passato talmente ingombrante da non riuscire a vederne un futuro, soprattutto se continuerà a voler diventare un regista troppo colto, talmente colto da annoiare.
La scena peggiore è proprio l'inizio, insetti che girano intorno ad una lampadina in primo piano, la scena migliore è quasi alla fine, la messa in scena del dramma teatrale, con una sovrapposizione di scenari meravigliosi.
Il cast se la cavicchia. Vincent Gallo (Tetro) continua a pensare che il sembrare appena sveglio gli dia quell'aria da figo che lo porterà all'Oscar, Alden Ehrenreich (Bennie) somiglia a Di Caprio ma probabilmente non farà altri film famosi, Maribel Verdù (Miranda) è brava e non lo scopriamo adesso (almeno, noi appassionati di cinema latino), alle prove gigionesche di dinosauri quali Klaus Maria Brandauer e Carmen Maura preferiamo quelle di Rodrigo De la Serna (I diari della motocicletta, Cronaca di una fuga) e di Leticia Brédice (Nove Regine, Kamchatka).
Sinceramente, è meglio spendere i soldi del biglietto per comprarsi il dvd de Il Padrino o di Apocalypse Now.
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