No pain. The world is a wonderful whisper for those who can listen, if necessary in silence.

20091215

il caos di Ana


Caótica Ana - di Julio Medem 2007


Giudizio sintetico: si può perdere


Ana è una giovanissima pittrice che vive a Ibiza in una caverna con il padre, che l'ha cresciuta da solo. Justine, una mecenate probabilmente francese, affascinata dai suoi lavori, la invita nella sua "scuola" per artisti a Madrid: un palazzo intero a disposizione di giovani talenti, completamente spesati, che hanno l'unico obbligo di presenziare le lezioni giornaliere e coltivare le loro abilità. Lì conosce Linda, con la quale stringe una forte amicizia cameratesca tra donne, e Said, un orfano originario del popolo saharawi, con il quale nasce un amore immediato e travolgente. Questo legame così profondo, però, spalanca una porta che l'inconscio di Ana aveva sempre tenuto chiusa: Ana, che normalmente non sogna (o meglio, non ricorda i suoi sogni), finalmente sogna, e sogna di essere nel deserto insieme a Said. Da questo sogno scaturiscono due fatti che cambieranno radicalmente la vita di Ana, ancora di più di quanto non sia cambiata fino ad adesso, rispetto alla sua vita ad Ibiza. La sera seguente, Ana ha un malore in un ristorante, guardando i camerieri che catturano le aragoste dall'acquario per cucinarle, altro fatto che la fa regredire. Comincia a sognare di nuovo, e parla in arabo. Said scompare senza lasciare traccia. Justine, Linda, ma soprattutto Anglo (così chiamato per le sue origini anglosassoni), uno studioso di ipnosi che si trovava al tavolo accanto, rimangono molto colpiti, ed iniziano, col suo consenso, a sottoporla a lunghe sedute di ipnosi. Ecco che cominciano ad affiorare le vite vissute da Ana nel passato: tutte donne di etnie diverse, tutte lottatrici, tutte coraggiose, tutte morte giovani e di morte violenta. E' difficile sopportare tutto questo, soprattutto quando Ana è costretta a tornare a Ibiza per un problema del padre.


Ultimo, per il momento, in attesa dell'uscita ufficiale di Habitación en Roma, film dello spagnolo Medem, che in una certa qual maniera riprende il discorso dal precedente (senza contare il monumentale documentario La pelota vasca. La piel contra la piedra, del 2003) Lucía y el sexo, ma si spinge ancora più in là, un po' troppo supponentemente. Ana, personaggio, come il film, ispirato e dedicato alla sorella, pittrice (i dipinti del film sono i suoi) morta in un incidente d'auto nel 2000, è una sorta di madre di tutte le madri, anzi, è la madre di tutti gli uomini buoni, così come si definisce nel finale, un finale grottesco con riferimenti alti, ma che non basta a risolvere una storia esageratamente contorta e confusa. Ha, come sempre, momenti buoni, è ben girato e ben recitato, si riconoscono le caratteristiche del regista, il nudo, il sesso, la "circolarità", ma dà la netta impressione di essere troppo caotico (e, magari, lo sapeva pure il regista, visto il titolo), ed evidentemente troppo carico di emozione. Il risultato è dunque in film decisamente incasinato, dove i difetti sovrastano i pregi, decisamente.

Nel cast c'è Charlotte Rampling (Justine), ma si distinguono per due ottime prove la bella protagonista Manuela Vellés (Ana), debuttante, e Bebe (Linda), famosa anche per essere un'ottima cantante, ma già abbastanza esperta come attrice in tv (l'abbiamo vista anche in La educación de las hadas).

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