No pain. The world is a wonderful whisper for those who can listen, if necessary in silence.

20201008

Quando morirò, starò meglio?

When I Die Will I Get Better? - Svalbard (2020)

Il terzo album della band di Bristol, UK, è di una bellezza che oserei definire brutale, se non mi rendessi conto che questo termine lo userei solo per gli amici che ancora non riescono ad ascoltare band che cantano con tutte quelle varianti "cattive" quali il growl, lo scream, l'harsh, addirittura il pig squealing. Perché in realtà, questo disco è bello e basta, a prescindere dal fatto che ci sia un cantato urlato. Le influenze del quartetto (Serena Cherry voce chitarra e liriche, Mark Lilley batteria, Alex Heffernan basso, Liam Phelan voce chitarra), perfettamente distinguibili, sono l'hardcore punk, il crust punk, tutti i post qualcosa, e perfino un pizzico di black metal e di emo core, ma qualche giorno fa, mentre tentavo di convincere un amico ad ascoltarli, mi è uscito un simpatico speed shoegaze metal. Perché le parti hardcore sono talmente melodiche, e la melodia viene costruita dai droni di chitarra, che il classico tempo veloce hardcore mi fa tornare alla mente quando eravamo giovani e lo speed metal non era ancora una cosa di cui vergognarsi. Perdonate la digressione personale: i ragazzi mettono insieme otto tracce non lunghe, ma abbastanza complesse, variano da atmosfere rallentate a momenti veloci, non perdono mai di vista la melodia, e cantano di quello che è stato definito "esistenzialismo del XX secolo": Click Bait è bellissima, e What Was She Wearing? avrebbe potuto essere la sigla di I May Destroy You, quantomeno per il testo. Sono aggressivi al punto giusto, ma ti fanno venir voglia di urlare insieme a loro. Tra i Rolo Tomassi ed i Brutus (sempre per darvi dei riferimenti musicali), gli Svalbard quest'anno lasciano il segno con questo disco.



The third album by the band from Bristol, UK, is of a beauty that I would dare to call brutal, if I didn't realize that I would only use this term for friends who still can't listen to bands singing with all those "bad" variations such as growl, scream, harsh, even pig squealing. Because in reality, this record is just beautiful, regardless of the fact that there is a shouted singing. The influences of the quartet (Serena Cherry vocals guitar and lyrics, Mark Lilley drums, Alex Heffernan bass, Liam Phelan vocals guitar), perfectly distinguishable, are hardcore punk, crust punk, all the "post" something, and even a pinch of black metal and emo core, but a few days ago, while trying to get a friend to listen to them, I came up with a nice "speed shoegaze metal". Because the hardcore parts are so melodic, and the melody is built by the guitar drones, that classic hardcore fast tempo reminds me of when we were young and speed metal wasn't a thing to be ashamed of, yet. Forgive the personal digression: the boys put together eight tracks that are not long, but quite complex, switching from slowed-down atmospheres to fast moments, never lose sight of the melody, and sing about what has been called "existentialism of the twentieth century": Click Bait is just beautiful, and What Was She Wearing? it could have been the theme song for I May Destroy You, at least for the lyrics. They are aggressive enough, but they make you want to scream along with them. Between Rolo Tomassi and Brutus (again to give you some musical references), Svalbard this year leave their mark with this record.

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