Giudizio sintetico: si può vedere (3,5/5)
Il film parla di un'unità della Israeli Defense Forces di stanza presso la isolata postazione di montagna Beaufort nel Libano meridionale durante il conflitto del Libano meridionale, e del loro comandante, Liraz Librati, che fu l'ultimo comandante del castello di Beaufort prima del ritiro israeliano nel 2000.
La storia si svolge appunto nel 2000, anno del ritiro dell'IDF dalla zona di sicurezza israeliana nel sud del Libano. Descrive la routine quotidiana di un gruppo di soldati posizionati nella roccaforte crociata del XII secolo del Castello di Beaufort, i loro sentimenti e le loro paure, ed esplora i loro dilemmi morali nei giorni precedenti il ritiro e la fine del Conflitto del Libano meridionale (1982-2000).
Interessante senza alcun dubbio, questo film israeliano frutto del lavoro del raffinato regista del quale ricordiamo l'ottimo Footnote, che ne scrisse la sceneggiatura a quattro mani insieme a Ron Leshem, che è la mente dell'originale Euphoria (la serie HBO, alla quale Leshem ha lavorato da sceneggiatore e produttore, è una sorta di remake di quella israeliana, per la quale lui era anche il creatore). L'inutilità della guerra (che raccontata da un israeliano fa sempre un certo effetto, almeno a me) rappresentata da un simbolo storico e dai sentimenti dei soldati.
Interesting without a doubt, this Israeli film, the result of the work of the refined director, whose we remember the nice Footnote, who wrote the screenplay with Ron Leshem, who is the mind of the original Euphoria (the HBO series, to which Leshem worked as a writer and producer, it's a sort of remake of the Israeli one, for which he was also the creator). The uselessness of the war (which coming from an Israeli, always has a certain effect, at least to me) represented by a historical symbol and by the feelings of the soldiers.
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