No pain. The world is a wonderful whisper for those who can listen, if necessary in silence.

20080423

stupri e politica 4

Sesso globale sesso sicuro
Ida Dominijanni
Milano, studentessa americana stuprata da un giovane egiziano clandestino all'uscita di una discoteca. Roma, studentessa sudafricana accoltellata e ripetutamente violentata da un giovane rumeno clandestino all'uscita di una stazione: tale e quale sei mesi fa Giovanna Reggiani, che ci rimise la vita. Sono tutte uguali le storie di stupro, non da oggi e non da ieri. Cambia nel tempo il copione della reazione, a seconda degli scopi a cui serve. Ci fu un tempo in cui serviva per far approvare una legge contro la violenza sessuale (ci vollero 17 anni), e modularne l'articolato sulla base dell'allarme sociale e dei titoli sui giornali più che delle esigenze femminili. Adesso serve a espellere i clandestini, detti anche barbari, preferibilmente su base etnica (di quante razze ci dovremo liberare?), e a rilanciare ogni giorno la parola magica del momento, quella che serve a spiegare tutto della questione settentrionale (ma Roma non è al nord), del voto alla Lega e al Pdl, della débacle della sinistra e della fine del Novecento. La parola magica è sicurezza. Al Nord, ci spiegano (ma anche a Roma), i cittadini vogliono sicurezza, la sinistra non lo capisce e non si piega alle ricette della destra, che sono le uniche possibili. Più espulsioni, e ci saranno meno stupri (solo a Roma, nel 2007, 4663 casi denunciati, 13 al giorno), meno rapine, meno anziane strangolate (sempre a Roma, sempre due giorni fa, l'ultima è stata trovata morta con un laccetto alla gola, a casa sua ai Parioli, che è un quartiere ricco e non una stazione buia). Il farmaco si sa in anticipo che è un placebo: gli uomini, cittadini e clandestini, occidentali e africani, ariani e rom, stuprano le donne da sempre, e se si tratta di donne di altre etnie e nazionalità pare che da sempre ci provino più gusto (vi ricordate gli stupri etnici? «Tutti gli stupri sono etnici», scrisse all'epoca una sociologa con non poco scandalo), perché violentare una donna «altrui» è una prova raddoppiata di virile potenza. Gli uomini però, i nostri uomini di governo - e anche di lotta -, questo argomento pare non li tocchi mai direttamente: riguarda sempre qualche altro. Quelli di governo urlano «sicurezza!» e chiuso. Quelli di lotta replicano che la sicurezza non si può ottenere a scapito dei diritti fondamentali di chi la minaccia, e chiuso anche lì. La sinistra, è vero, sul tema non trova una presa. Il che non vuol dire che la destra, invece, ci prenda: si limita a usare una parola-ombrello. Piove di tutto - immigrati, lavoratori a basso costo, lingue sconosciute, lineamenti diversi, kebab maleodoranti, stupri, borseggi, bancomat clonati, prostitute - e ognuno vorrebbe il suo ombrello. Ma gli ombrelli, mentre proteggono, nascondono. Sicurezza è una parola - ombrello, che nasconde troppe cose. In primo luogo, una scomoda verità che nessuno dice né a destra né a sinistra: c'è un tasso di rischio che è ineliminabile dalla condizione umana, dall'esposizione all'altro in cui ciascuno si trova su questa terra, nonché dalla democrazia, che non è un set di garanzie pronto per l'uso. Secondo, la graduazione del rischio, e di conseguenza dell'allarme, e di conseguenza dei rimedi: il rischio che attiene all'essere un corpo femminile considerato una preda, non è paragonabile al rischio, per quanto sgradevole, che ti rubino il portafogli. Terzo, il carattere specifico di ogni rischio specifico. Stiamo al caso: studentessa americana stuprata da egiziano, studentessa sudafricana stuprata da giovane rumeno. Aggiungiamoci tutti i precedenti analoghi. Aggiungiamoci magari anche il caso Mez di Perugia (studentessa americana presumibilmente accoltellata dopo pratiche sessuali hard da un giovane italiano e un giovane italo-ivoriano). D'accordo, c'è di mezzo la sicurezza. Ma non ci sarà di mezzo anche il sesso? Cos'è questo nuovo mercato sessuale globale, in cui uomini abusano donne preferibilmente straniere, uomini extracomunitari stuprano cittadine europee, uomini maturi europei ingrassano le compagnie aeree (e non serve il marchio Alitalia né che si parta da Malpensa) per fare sesso con minorenni tailandesi, donne dell'insicuro Nord italiano idem con giovani giamaicani, clandestine dell'est si prostituiscono con cittadini dell'Ovest? Cos'è questo stridore fra l'allarme sicurezza sugli stupri e la sicurezza con cui i media di mezzo mondo (democratico) traducono in disponibilità sessuale la libertà femminile? Quando le risposte-ombrello proteggono poco o nulla, talvolta è sensato cambiare le domande.

da http://www.ilmanifesto.it/Quotidiano-archivio/20-Aprile-2008/art7.html

1 commento:

Anonimo ha detto...

grande articolo di ida...

punkow