Zabriskie Point – di Michelangelo Antonioni 1970
Giudizio sintetico: sopravvalutato
Il protagonista Mark, ribelle anche alle ribellioni sessantottine, dopo assemblee e occupazioni, fugge in aereo dalla polizia che lo insegue per l’uccisione di un agente. Nel Mohave incontra una ragazza con la quale si accoppia, dopodiché lui viene ucciso dalla polizia e lei ripensa al suo rapporto con un riccone, lasciandolo e immaginando che esploda insieme ai suoi possedimenti, simboli del consumismo e della borghesia.
Antonioni prova ad entrare nello spirito del ’68, ma la sceneggiatura appare caotica e slegata, gli inserti onirici ridondanti e noiosi.
Diventato cult più per la colonna sonora (l’orgia nel deserto sugli assoli di Jerry Garcia, le esplosioni finali con i Pink Floyd, pezzi dei Rolling Stones) che per il reale merito della pellicola; splendida la fotografia, mediocre il cast così come il film.
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