Ogni tanto vado sul sito di Internazionale, e quasi sempre la cosa che mi colpisce di più è il blog di Claudio Rossi Marcelli. Mi fa morire dalle risate. E non scrive cose stupide. Questa volta si è scatenato a proposito del Papa. Leggete qua.
Quel rompicoglioni del papa
La chiesa cattolica afferma di fondarsi sul principio "ama il tuo prossimo come te stesso". E allora come mai quel vecchietto che la presiede attualmente riesce a far incazzare sempre tutti?
Prima ancora di diventare papa, Benedetto ha fatto arrabbiare i cattolici americani perché ha offerto un rifugio romano e immunità politica a dei preti pedofili. Che furbone. Poi ha fatto incazzare gli islamici. Durante una conferenza in un'università tedesca ha citato un simpatico scritto del 1391, dove si diceva che Maometto ha introdotto solo novità cattive e disumane, come la sua volontà di diffondere la fede con la spada (ricordo ai più distratti che nel 1391 la Santa inquisizione era già in piena attività). Che bella trovata. In seguito Benedetto ha pensato che fosse arrivato il turno degli ebrei e ha deciso di revocare la scomunica a quattro vescovi lefevriani, tra cui uno che va ripetendo da anni che i numeri delle vittime dell'Olocausto sono gonfiati e che non esistono prove dell'esistenza delle camere a gas. Una mossa geniale.
Più di recente, forse pensando di andare a punzecchiare solo la comunità scientifica internazionale (sì, insomma, quegli eretici che si ostinano a negare l'esistenza di Adamo ed Eva), il papa è riuscito a far incazzare addirittura la Francia, la Germania, il Belgio e l'Unione Europea con l'ormai nota sortita sull'inutilità dei preservativi contro l'epidemia di aids in Africa. Neanche Casini è riuscito a dire niente di più di un "le parole del santo padre non si commentano".
Per quanto riguarda gli omosessuali, vabbe', non c'è neanche bisogno di ricordarlo. A noi ci ha fatto incazzare già dal giorno in cui si è fatto prete. E comunque noi eravamo molto incazzati già con quel brav'uomo del suo predecessore.
C'è però un gruppo di persone avvelenate col pontefice che non viene nominato mai: i romani che la mattina devono andare al lavoro e si trovano bloccati dal passaggio del papa. È una cosa che nei mesi scorsi mi è capitata due volte, di cui l'ultima ieri, mentre Benedetto andava in Abruzzo.Qui a Roma è una scena tipica. Arrivi a un semaforo e lo trovi presidiato dai vigili. Scatta il verde, ma i vigili non ti fanno passare. Vabbe', aspetti quello dopo. Riscatta il verde, ma il vigile non ti fa passare di nuovo. Il verde scatta altre quindici volte, ma nessuno può avanzare di un metro. A quel punto, insieme al ventesimo verde scatta anche la protesta: suonano i clacson, la gente scende dagli autobus, i motorini fanno inversione a U.
A chi va a chiedere al vigile cosa sta succedendo, lui risponde con un laconico "questioni di sicurezza". Ma il suo sguardo da fiera guardia svizzera tradisce la verità: deve passare il papa, e quindi possiamo star fermi qui anche mezz'ora.
Poi, finalmente si cominciano a sentire in lontananza le sirene, e ci sfila davanti il santo corteo: le macchine della polizia, le camionette dell'esercito, dieci auto blu con le bandierine gialle e bianche, le grosse moto della municipale e un elicottero che segue il tutto a una ventina di metri dal suolo. Manca solo la papamobile.
Il commento dei poveri romani bloccati è sempre lo stesso: "Ma non poteva prendere direttamente l'elicottero sto rompicoglioni?".
No, non poteva. Perché Benedetto è fatto così: gli piace rompere i coglioni al numero più alto possibile di persone. E noi lo amiamo anche per questo.
29 Apr 2009 - posted by Claudio Rossi Marcelli
1 commento:
leggere l'intero blog, pretty good
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