Ministri + Mariposa, 4 aprile 2009, Auditorium Flog, Firenze
Sabato sera d'aprile, la primavera inizia timidamente a farsi sentire anche nel capoluogo toscano. I Mariposa visti senza ascoltarli sembrano il Banco del Mutuo Soccorso da giovane (o da giovani). Musicalmente a cavallo tra il progressive, la musica popolare e il rock, ci sarà senz'altro a chi piacciono (si, c'è qualcuno anche stasera, a giudicare dalle prime file), di certo non ci sono io.
Aspetto i Ministri, la new sensation italiana, che in versione live si presentano in quattro, con un "ministro aggiunto", del quale non ricordo il nome (chiedo venia), alle tastiere e ai cori. I ragazzi milanesi mi hanno convinto alla grande su disco, dopo l'iniziale I soldi sono finiti e l'EP di passaggio La piazza, il nuovissimo Tempi bui ha le carte in regola per diventare un disco importante per il rock italiano. Una buona resa live è importante, per chiudere il cerchio e per stabilire se meritino supporto. E la conferma arriva.
I ragazzi arrivano sul palco verso mezzanotte, orario classico per la Flog, e partono sparati con Diritto al tetto, uno dei miei pezzi preferiti, una cartuccia che normalmente andrebbe sparata più avanti dal vivo, ma evidentemente i Ministri sono preoccupati di catturare subito l'attenzione. I suoni sono buoni ma non buonissimi, la voce affoga dentro volumi alti, ma l'importante è che i ragazzi ci danno dentro e sanno stare sul palco.
Il nuovo disco viene sviscerato praticamente per intero, e Tempi bui, Bevo, Vicenza, La faccia di Briatore, La casa brucia suonano durissime, come pure Il bel canto e Berlino 3, che in teoria sarebbero quasi delle ballad. Michele alla batteria va giù preciso e duro (già al secondo pezzo gli si spezza una bacchetta), Federico alla chitarra è spettacolare da vedere ed efficace nel suo lavoro di zappa e di cesello, Davide al basso se la cava egregiamente e con la voce si dimostra un urlatore che però non cala di intensità con il passare dei minuti.
Si guarda anche al passato (recente, nel caso dei Ministri), con La piazza (introdotta da un breve discorsetto di Davide che chiarisce piuttosto bene da che parte stiano i Ministri, che suona tipo "in Francia e in Grecia riescono ancora ad indignarsi.."), Non mi conviene puntare in alto, I nostri uomini ti vedono e altro ancora, fino ad una cover quasi punk di War Pigs dei Black Sabbath.
Suonano un'ora abbondante con un'intensità degna di nota. Sono arrabbiati ma al tempo stesso autoironici e conquistano la platea con semplicità, schiettezza e spavalderia cazzara.
Ci rivedremo, e nel frattempo gli auguriamo ogni bene.
3 commenti:
yeah!!
Ale, dovresti fare il titolista per qualche giornale...
ci spero. non si sa mai, come ci sono i "cool hunter" per le strade, che ce ne sia qualcuno intelligente che gira per la rete...
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