L'anno luce - di Giuseppe Genna
Il "Mente" è un quarantenne in carriera. Lavora per un'azienda di telecomunicazioni italiana, è aggressivo, bugiardo, privo di scrupoli, arrivista, piuttosto intelligente. Sta bruciando le tappe. Si trova coinvolto in una sorta di guerra: l'azienda per cui lavora è al centro di una competizione, tra il Vaticano e la corrispondente di telecomunicazioni inglese. Sono coinvolti alti prelati, servizi segreti, faccendieri. Il "Mente" è sposato con Maura, insegnante. Il matrimonio non è propriamente di quelli felici, ma all'apparenza neppure di quelli da buttare. Una sera il "Mente" rientra a casa e Maura non c'è, il cellulare staccato. Non sa se preoccuparsi. Decide di no, e di andare a dormire, vista la giornata impegnativa che lo aspetta all'indomani. Ed ecco che, sul letto, trova Maura: è inerme, in coma psichico.
Ed eccomi, finalmente dirà qualcuno, al cospetto di Giuseppe Genna, uno degli autori italiani più famosi negli ultimi anni: è il primo suo libro che leggo. Dando un'occhiata ai commenti su questo libro, mi è sembrato di intuire che quelli che conoscono meglio di me l'autore, lo considerano un qualcosa di diverso dal solito: ha avuto, ovviamente, giudizi contrastanti. Molto positivi o molto negativi. Tutto sommato, è quindi un bene che l'abbia letto per primo: mi è piaciuto.
Genna usa un linguaggio molto ricercato, pure troppo. Parole difficili, metafore complesse. La scrittura non è scorrevolissima, dunque. La struttura anche, è complessa. I personaggi in gioco sono molti, e a quelli principali sono dedicati approfonditi capitoli di "conoscenza".
Le parentesi, che partono dal nulla, a volte sono inquietanti, improvvise, ma geniali e interessanti, così come inquietano le metafore "riflessive" dei personaggi principali di fronte ad avvenimenti gravi e squassanti. Lo scenario è fanta-politico e perfino fanta-religioso. Teorie del complotto e ancor di più: ambizioso direi.
Nonostante tutto questo, e nonostante la prosa sia volutamente fredda, chirurgica, di fronte alla meschinità dell'essere umano, di tutti gli esseri umani che costellano il racconto, il libro funziona e appassiona. Si apprezzano le riflessioni filosofiche, la sdegno per i sotterfugi aziendali e personali, l'intreccio e la critica socio-politico-religiosa.
Per darvi un'idea in poche parole, sicuramente leggerò ancora Giuseppe Genna.
5 commenti:
benvenuto nel clan...
quando non hai un cazzo da fare leggiti, se ancora non l'hai fatto ma mi sembra impossibile, L'Animale Morente di Philip Roth; riflettici un po' su e poi vatti a leggere la critica di Genna su questo libro (peraltro piuttosto breve).
Lì ti rendi contop di quanto Egli sia una mente importante, di quanto sia raffinato, di quanto Roth sia davvero grande, di quanto non ci capiamo nulla di ciò che leggiamo e di quanto la civiltà internettiana stia perdendo a livello di qualità critica.
Mau
sono davvero felice ti sia piaciuto,
non vedo l'ora di confrontarmi
sui prossimi che leggerai
minchia Maurino, a parte che sei il re del pessimismo cosmico ultimamente, ma è possibile che mi sposti sempre l'obiettivo? e che cazzo non sei mai contento!!
:))
I'm joking
mi sa che non ci siamo mica capiti.. : )
prova a rileggere il mio commento con tono entusiatico, era quello l'intento...
dato che ti è piaciuto ti dicevo solo di leggere quella cosa... io quando l'ho fatto son rimasto così
: O
Mau
ma scherzavo!
cmq segno
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