No pain. The world is a wonderful whisper for those who can listen, if necessary in silence.

20090418

what just happened


Disastro a Hollywood - di Barry Levinson 2009


Giudizio sintetico: si può perdere


Ben è un importante produttore cinematografico di Hollywood. Ha due ex mogli, una figlia diciassettene dalla prima (la accompagna ancora a scuola tutte le mattine), due piccoli dalla seconda, dalla quale stenta ancora a separarsi, soprattutto perchè si sente ancora "proprietario", ricchi alimenti da pagare, una super Porsche e il blue tooth perennemente attaccato all'orecchio. Ha due film in ballo, ed entrambi in bilico. Il primo, protagonista Sean Penn, è reduce da una proiezione pilota dalla quale non è uscito molto bene, in procinto di andare al festival di Cannes, ma i finanziatori vogliono che il regista rimonti il finale, che non è risultato gradito al pubblico (appunto, della proiezione di prova); il regista è una specie di Keith Richards in continua crisi di astinenza da qualsiasi sostanza chimica, che si appella alla sua integrità artistica e non ne vuole sapere. Il secondo film sta per essere cominciato a girare, protagonista Bruce Willis, ed ha un problema prima ancora di cominciare: Bruce si presenta sul set ingrassato, fuori forma e con una barba "da talebano". Gli viene chiesto di tagliarsi almeno la barba, se non ce la fa a rientrare nel peso forma in 4 giorni, e lui rifiuta dando fuori di matto. Nel frattempo, Ben scopre che la seconda moglie Kelly ha una storia e pure la figlia Zoe.


Sono lontani i fasti di Sleepers, Rain Man e Good Morning, Vietnam, nonostante Levinson conservi ancora la voglia di ironizzare su quello che lo circonda, in questo caso, molto da vicino. Tratto dal libro di Art Linson What Just Happened? Bitter Hollywood Tales From the Front Line, che ha pure sceneggiato il film, Disastro a Hollywood interessa ovviamente per il cast pieno di stelle, addirittura con Penn e Willis nelle parti, ironiche, di se stessi, ma non è niente di più che un discreto esercizio di stile nella prima parte, con qualche gag divertente, per afflosciarsi completamente in una seconda parte che denota chiaramente di non sapere dove dirigersi.

La satira non va mai fino in fondo, il coltello non affonda, ed è un peccato, perchè anche il cast intero sembra adeguarsi al tenore del film, gigioneggiando coralmente. Notevole la telefonata tra Ben (De Niro) e l'agente di Willis, Dick Bell (John Turturro), durante la quale Dick si lamenta in preda a dolori di stomaco continui. Per il resto, regia d'autore ma fine a se stessa, per una storia deludente.

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