No pain. The world is a wonderful whisper for those who can listen, if necessary in silence.

20100905

spade spaziali


Warp Riders - The Sword (2010)

Come una frustata, arriva il terzo disco dei texani The Sword, e possiamo tranquillamente dire che dopo i primi due, altamente promettenti, questo Warp Riders è senza dubbio il disco della maturità artistica. I problemi forse, cominceranno dopo, ma questa è un'altra storia.
Warp Riders è un concept album, alla vecchia maniera, e tratta di una storia di science-fiction, cowboy spaziali e roba del genere. Ma è soprattutto un grandissimo disco di heavy metal classico. Un disco che, come dissi già in occasione dei loro primi due, tra l'altro senza scoprire nulla di che, visto che è una cosa evidentissima, affonda l'ispirazione a piene mani nel repertorio del Black Sabbath, riuscendo non si sa come, a suonare al tempo stesso antichissimo e moderno.
Il quartetto texano si è evoluto inglobando anche influenze moderne, e mantenendole tra le righe. Il suono globale adesso li avvicina ai migliori Mastodon, il rifferama è sempre degno del migliore Tony Iommi, ma riesce a non risultare pedissequo e neppure datato, anche se sa di antico. Di certo, rimane il fattore determinante del wall of sound dei The Sword, perchè se possibile questo nuovo lavoro suona davvero maestoso ed imponente. Il cantato di JD, anche se sempre aiutato da filtri, è molto migliorato, e, seppur rimanendo un non-cantante, riesce a farlo dimenticare durante tutta la durata del disco.
Grandi cavalcate epiche, assoli mai fuori posto, sezione ritmica superba e rutilante senza essere virtuosistica; c'è però un elemento diciamo nuovo, o quantomeno sorprendente: il songwriting a questo giro riesce addirittura a sfornare potenziali singoli. In un genere come questo potrebbe sembrare un paradosso, ma non è propriamente così. Come avrete già avuto modo di ascoltare con Tres Brujas, uscito corredato anche da relativo video-clip, che sarà il primo di una trilogia (gli altri due video saranno Lawless Lands e Night City, quest'ultimo altro pezzo davvero accattivante, dal sapore sorprendentemente street metal, per una band del genere), le canzoni di questo disco risultano potenti, dure, ma al tempo stesso molto molto orecchiabili.
Copertina affidata al giovane artista australiano Dan McPharlin, che cala immediatamente l'ascoltatore nel concept voluto dalla band.
Sicuramente, uno dei migliori dischi del 2010.

1 commento:

monty ha detto...

In genere sul metal fatico a seguirti
fino alle lande estreme nelle quali ti spinghi.
ma a sto giro niente da dire,
grande disco!