Order Of The Black - Black Label Society (2010)
E' realmente impressionante quanto Zakk Wylde abbia preso dal suo mentore Ozzy Osbourne. Sentirlo cantare (con trucchi e parrucchi, sia chiaro; il microfono di Zakk è probabilmente il covo di tutti i riverberi del mondo) fa immediatamente venire in mente l'Ozzy dei primi anni '70, addirittura con maggior potenza. Anche nel songwriting, l'influenza è grande. Si va dai pezzoni hard-rock con riff tellurici e martellanti (Black Sunday, Riders Of The Damned, Overlord, Crazy Horse), alle ballate strappalacrime, January, Shallow Grave, Time Waits For No One e Darkest Days, le ultime tre addirittura con un bel pianoforte in evidenza.
Non tutti i pezzi sono all'altezza, e non c'è niente di nuovo, ma nel complesso il disco suona onesto, con un bel tiro, e perfino le ballate strappano un applauso.
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