The Suburbs - Arcade Fire (2010)
Al terzo disco, gli Arcade Fire riescono finalmente a fare un disco che non mi spegne automaticamente il pc da quanto è brutto, come i due precedenti. The Suburbs è un disco perfino piacevole a tratti, che durerà quanto il battito d'ali pluricitato nelle ultime settimane da di Di Pietro, ma che almeno non fa accapponare la pelle. Certo, in alcuni episodi (Rococo), si riconosce ancora la band regina del kitsch che ha fatto, invece, gridare per alcuni anni la (cosiddetta) stampa specializzata al miracolo, ma in altri, effettivamente, riusciamo a capire qualcosa. Già con la title-track posta in apertura (ma ripresa in chiusura), che parte malino, con quella sua supponente aria pop-folk (ed è una delle cose disturbanti dei canadesi), si assiste come ad un piccolo miracolo, con il pezzo che si trasforma in una marcetta sinuosa ed accattivante, soprattutto con il ripetersi del ritornello. Si prosegue con ottimi pezzi quali Ready To Start e Modern Man, dove la "naturale" influenza bowiana è manifesta, e si interseca con tutto il repertorio post-new wave, alleggerito, appunto da quel sottile filo folk che li differenzia, per dire, dai loro "vicini di casa" Wolf Parade.
Dopo di che, il disco si affloscia un bel po', soprattutto nei pezzi cantati da Régine, diversi pezzi inutili, fino a Suburban War, che, al solito, sciorina i pregi e i difetti che caratterizzano gli Arcade Fire: una pomposità pop elevata all'ennesima potenza, che li rende a volte insopportabili, anche durante un pezzo potenzialmente bellissimo. Un esempio: in Sprawl II (Mountains Beyond Mountains), dove, come in altri pezzi, ricordano gli altri conterranei Broken Social Scene, almeno concettualmente, questa loro ricerca spasmodica dei suoni "strani", alla fine, diventa antipatica, e viene il sospetto che siano messi lì per cercare di compiacere la critica che è sempre alla ricerca della next big thing.
Alla fine, sono convinto che gli Arcade Fire sappiano scrivere belle canzoni. Mi piacerebbe che lavorassero un po' più per sottrazione (sia nella struttura dei pezzi che nella struttura degli album): ho come l'impressione che ne guadagnerebbero. Ovviamente, è un'impressione strettamente personale.
4 commenti:
Bella rece.
Sono serio.
grazie. mi fa piacere che sia apprezzata perchè non è stato facile scriverla, un po' perchè appunto i primi due dischi non mi erano piaciuti per niente, e un po' perchè veramente, per scrivere seriamente di musica bisognerebbe avere tempo e calma.
Sono d'accordo su alcune cose, meno su altre. Senza dubbio in certi casi son pomposi e anche noiosi. Ma come ben sai non li disprezzo, anzi. Pur non ritenendoli molto originali (Sprawl II a me sa tutta di Roxy Music, se devo essere onesto), li metto tra le cose positive di questi primi anni 2000.
....cose positive....anni 2000....l'ho segnato eh.....
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