In settembre, noi locals ci riappropriamo del "nostro" mare. Non c'è bisogno di fare le corse, di arrivare all'alba sulla spiaggia per un posto/asciugamano. Abituati al traffico inesistente, ecco che torna e ci lascia tranquilli, nessuna incazzatura per quegli automobilisti che si fermano in mezzo agli incroci per chiedere indicazioni o perchè non sanno dove andare, compiendo evoluzioni che, se le facessimo noi nelle loro città, saremmo fucilati dal plotone di esecuzione della guardia automobilistica cittadina. I parcheggi (in particolare: quello davanti a casa mia) abbondano come negli altri nove, lunghissimi mesi che ci separano dal prossimo luglio.
Le temperature sono più miti, ed il rischio di scottature aumenta, ma è un piacere indicibile crogiolarsi al sole di settembre, e di sera andare a prendere una pizza da asporto senza prenotarla due giorni prima e senza fare la fila. Di notte, nessun rumore, nessuno schiamazzo. Puoi alzarti qualche ora prima dell'alba, percorrere il lungomare, cinque chilometri fino al paesello accanto, e non incontrare assolutamente nessuno, se non qualche sparuto pescatore appassionato; nessuna bottiglia di birra infranta contro il marciapiede, nessuna pozza di vomito da sabato sera, niente di niente. Nessun resto di falò sulla spiaggia, nessun turista che dorme sulle panchine. Ad ognuno il suo. Settembre è nostro.
3 commenti:
Damiano:
Welcome to Soda City...
Cazzo, ma non mi dire che ci sono le pozze di vomito da sabato sera - ma che è diventata Solvé, l'Inghilterra???
Ricazzo - ma gli Stadio, ne La faccia delle donne, si sono ispirati non poco, eh..?!
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