No pain. The world is a wonderful whisper for those who can listen, if necessary in silence.

20100912

Soochwieen bodmyung


Indirizzo sconosciuto – di Kim Ki-Duk 2002


Giudizio sintetico: culto (4,5/5)

Giudizio vernacolare: boiadé, ir villaggio delli svarvolati


Corea del Sud, villaggio di Pyongtaek, sede anche di una base militare USA; in paese, una serie di personaggi incredibili. Due fratelli, uno un po’ rimbambito, l’altra cieca da un occhio a causa del fratello e di un gioco fatto quando erano bambini; di lei, Eunok, si innamora Jihum, taciturno e vessato in continuazione da due teppistelli.

Ma anche un giovane militare americano si innamora di lei. Jihum stringerà amicizia solamente con Chang-Guk, un mezzosangue figlio di una coreana che vive in un bus americano abbandonato; la madre spedisce continuamente lettere al padre del ragazzo, e le ritornano con la dicitura “indirizzo sconosciuto”; inoltre, lei ha una relazione col “datore di lavoro” del figlio, uno che compra e ammazza cani per rivenderli ai ristoranti.

Incredibile (ancora!), ma questo film è intenso, crudo, psicologico, simbolico e molto commovente perché delicatissimo allo stesso tempo; rarefatto, alterna pause a momenti concitati, violentissimi, e ricorda Kitano per tante cose.
Due sequenze su tutto il film: Eunok che si “prova” un occhio ritagliato dal giornale al posto di quello cieco, e sempre lei che si “trastulla” col suo cucciolo.

Ve ne innamorerete.

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