Fortitude - Gojira (2021)
Il settimo album della band francese era uno dei più attesi, quest'anno, almeno per me. Il risultato è sicuramente l'album della maturità, un disco che definisce ancora più profondamente l'attivismo della band (insieme al disco è stata lanciata una campagna di raccolta fondi in favore dei diritti degli indigeni del Brasile), già noto ai più. Oltre alle liriche, la musica, conseguentemente, subisce una mutazione forte: se da un lato, il death metal ormai è scomparso, il progressive rimane nel gusto della complessità ritmiche, il groove nell'uso e nel suono delle chitarre, e il post assume forme curiose e perfino coraggiose (l'incipit di Fortitude sembra una versione metal di Bone Machine di Tom Waits), il tecnicismo dell'intera band si sposa a forme complesse di word music, nello specifico orientate a ricordare, appunto, tribalismi "amazzonici". Pochissimo cantato sporco, canzoni non troppo lunghe, ganci melodici robusti ma dal gusto quasi pop, insomma, si ha l'impressione di ascoltare i Mastodon più ispirati, usciti da poco da una sessione di ascolto di Roots dei Sepultura. E, seppure l'ombra proprio dei colleghi statunitensi affiori spesso lungo i 52 minuti di Fortitude (l'album), il disco è di quelli che potresti lasciare in repeat per lungo, lunghissimo tempo. Il metal moderno è proprio qui, ed arriva dal cuore dell'Europa.
The seventh album by the French band was one of the most anticipated this year, at least for me. The result is certainly the album of maturity, a record that defines even more deeply the activism of the band (together with the record a fundraising campaign was launched in favor of the rights of the indigenous people of Brazil), already known to most. In addition to the lyrics, the music, consequently, undergoes a strong mutation: if from one hand, death metal has now disappeared, the progressive remains in the taste of rhythmic complexity, the groove in the use and sound of guitars, and the post assumes curious and even courageous forms (the incipit of Fortitude - the song - looks like a metal version of Tom Waits' Bone Machine), the technicality of the entire band is combined with complex forms of word music, specifically aimed at remembering "Amazonian" tribalisms. Very little harsh singing, tracks not too long, robust melodic hooks but with an almost pop taste, in short, one gets the impression of listening to the most inspired Mastodon, recently released from a listening session of Roots by Sepultura. And, even if the shadow of their American colleagues often surfaces along the 52 minutes of Fortitude (the album), the record is one that you could leave on repeat for a long, very long time. Modern metal is right here, and it comes from the heart of Europe.
2 commenti:
Quoto tutto. Considerato l'infimo numero di concerti a cui assistevo, che culo averli visti
Te li invidio
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