Dorian - di Will Self 2004
Ancora non mi spiego perchè Will Self non sia accreditato fra i più grandi scrittori contemporanei. Forse sarà per la crudezza dei temi trattati, sarà l'amore viscerale che nutre per le droghe (e che trasuda sempre e comunque dai suoi scritti), o sarà per il trattamento che riserva continuamente agli esponenti della classe politica (inglese, of course, essendo lui quasi orgogliosamente inglese), ma non solo? Chi lo sa.
Quel che è certo, è che pochi, attualmente, possiedono una padronanza della parola scritta ai suoi livelli. Detto questo, è con un po' di rammarico che ammetto di aver letto solo adesso questo suo libro del 2002, tradotto in italiano 2 anni più tardi.
Il romanzo ci parla di Dorian, Dorian Gray, omonimo ma anche alter ego del più famoso personaggio creato da Oscar Wilde, e della sua "ascesa" nella comunità gay londinese ma addirittura mondiale, nell'arco di tempo che va dal 1981 al 2001 circa. E grazie a questo espediente letterario, Will Self ci parla della vuotezza di questi anni, tema a lui caro, ma anche dell'AIDS. Ce ne parla, insieme naturalmente ad altri temi meno in primo piano ma sempre affrontati con grande lucidità e sarcasmo, alla sua maniera, e ce ne parla con il suo meraviglioso, superbo stile letterario, che affascina sempre.
Un romanzo probabilmente con una storia meno scioccante, rispetto a quelle alle quali ci ha abituati (per chi non lo conosce, immaginatevi quindi gli altri), ma non per questo meno intrigante; anzi, quella sensazione di amarezza apocalittica, che in Misto Maschio e in Grandi Scimmie era solo accennato, qui diventa quasi protagonista.
Ribadisco in chiusura, se prima non si fosse capito bene, che oltre a questo, come sempre accade, il libro è scritto in maniera divina. A volte Will Self scrive talmente bene che diventa fastidioso.
2 commenti:
il bello è che qua da noi quelli che scrivono DAVVERO in maniera divina, superiore, non stanno in nessuna classifica di quelle importanti. non stanno negli autogrill, insomma. uno che tra dieci anni ci pentiremo di non aver tenuto presente come fosse un bambino d'oro è Michele Mari. E Pincio?
Il problema è che non sono americani ubriaconi....
pensa se dentro le copertine di Moccia ci mettessimo Evangelisti haha...
ma sai che novità.
mi hai incuriosito con sto tipo.
bene bene.
mau
mi segno il titolo.
grazie per la segnalazione.
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