Della bellezza - di Zadie Smith
La contrapposizione di due famiglie "miste", i Belsey e i Kipps. I due capifamiglia, Howard e Monty, sono quanto di più distante ci possa essere. Entrambi professori universitari, entrambi studiosi di Rembrandt, Howard Belsey è un inglese bianco progressista che finisce nella provincia statunitense, con una famiglia nera (la moglie Kiki e i figli Jerome, Levi e Zora) dove i figli sono, ognuno a modo suo, alla ricerca della loro negritudine, e la moglie è incazzata per il recente tradimento del marito; Monty Kipps è di origini caraibiche ed è un conservatore di ferro, la moglie Carlene è una donna malata e succube, la figlia Victoria è di una bellezza sconvolgente. Più Howard e Monty si odiano, più le loro famiglie si ritrovano vicine.
Il debutto folgorante della Smith, Denti bianchi, ha caricato questo nuovo romanzo di grandissime aspettative, e i più schizzinosi sono andati alla ricerca della delusione screditando il libro. Credo invece che questo romanzo sia piuttosto interessante ed anche moderatamente avvincente. Non è tanto la trama, a volte farraginosa, a fare di questo lavoro un romanzo più che buono, quanto la galleria di personaggi disegnati dall'autrice i loro tic e il contesto sociale, all'interno (e anche all'esterno) del quale si muovono, ognuno a suo modo.
Sono quindi molte le tematiche messe in gioco, le convinzioni politiche, la disgregazione familiare, la coscienza sociale, la crisi di mezz'età e quella invece dell'uscita dall'adolescenza, e tutto sommato Zadie Smith riesce a padroneggiarle. Anche i personaggi apparentemente marginali risultano ben descritti, la fatica di portare avanti una mole così ampia di caratteri può appesantire l'opera qua e là, ma in definitiva tutto quel che succede risulta molto credibile, così come i dialoghi, dialoghi che il lettore non fatica ad immaginare in bocca a persone reali.
Ho visto un po' questo Della bellezza come un passaggio obbligato verso un importante romanzo imponente e di ampio respiro, un romanzo che verrà; il tentativo di impiantare la realtà moderna su uno schema classico. Non è dirompente come Denti bianchi, ma di certo non è roba di largo consumo, e aiuta la riflessione su temi non banali. Non è poco.
Qui la recensione di uno sicuramente molto più preparato di me.
4 commenti:
su IBS per fortuna ogni tanto fanno scrivere i professionisti.
il solo fatto che esista una sito dove si danno le palline da 1 a 5 a Tolstoj è sufficiente a giustificare una rivoluzione armata.
Zadie Smith dovrò leggerla prima o poi.
Bene.
Mau
beh in effetti la questione delle recensione dei classici è un problema sul quale a volte mi sono interrogato. "sta male" giudicare e dare i voti a romanzi che fanno parte della storia, però come fare diversamente? ho risolto non dando voti ai libri, scrivendo solo la mia opinione (lo feci tempo fa con "il processo" di kafka).
ma infatti, il prolema è l'obbligo di dare il numerino.
trovo interessante che si possa esprimere un'opinione ma dare il voto a, che ne so... Don Chisciotte!!!
considerando che il libro è uno dei pochissimi passatempi "attivi" la soggettività è totale, quindi l'opinione è da prendere con i mollettoni proprio. in quest'ottica ibs è fantastico. magari ce ne sono altri mille, non so. ma vado lì. mi fa ridere quando ci sono le opinioni contrastanti in maniera assurda : )
poi dipende, ho letto l'animale morente di Philip Roth e l'ho trovato davvero intensissimo, pieno di significati. non posso dire di averlo capito, gustato sì di brutto anche. Ale se non l'hai letto... mi permetto di consigliartelo. e pure agli altri eh.
poi ho letto il commento di Genna sullo stesso libriccino e ho capito di non aver capito una mazza : )
Mau
prendo nota mau grazie
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