Abnormally Attracted To Sin - Tori Amos
Ecco l'esempio di un talento straordinario che rischia di andare sprecato, diciamo "in vecchiaia", visto che ormai questo che segna il passaggio dalla Epic alla Universal è l'undicesimo album della rossa. E' vero, è paradossale lamentarsi perchè un'artista di valore assoluto pubblica troppi album troppo lunghi, con troppe canzoni, ma è proprio quello che personalmente mi preoccupa. C'è, appunto, un altissimo rischio di dispersione del talento.
La partenza è più che buona: Give (il primo singolo) e Welcome To England sono due ottimi biglietti da visita. Strong Black Vine insospettisce immediatamente: è identica a Kashmir dei Led Zep. Flavor non è male, ma affiorano segni di stanchezza compositiva.
Not Dying Today esula dai solti schemi, ritmo tribale che poi si trasforma in una specie di rock-song, ma non convince granché. Forse una delle canzoni più brutte di Tori. Per fortuna che subito dopo c'è Maybe California, se non un capolavoro, uno di quei pezzi che Tori sa scrivere per far sognare. E, tanto per dire, il ritornello di Curtain Call, quando Tori canta "You climbed" e poi, cambiando radicalmente tono come solo lei sa fare, "China's wall", fa ancora venire i brividi. Poi, ci risiamo, Fire To Your Plain, Police Me, That Guy, Abnormally Attracted To Sin, 500 Miles (carina, ma niente di più), Mary Jane, Starling; bello invece il trittico di chiusura composto da Fast Horse, Ophelia e Lady In Blue.
Troppo prodotto, troppo arrangiato, ridondante e con diverse canzoni inutili. Detto con amore, Tori.
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