No pain. The world is a wonderful whisper for those who can listen, if necessary in silence.

20090707

Josie's garage


Garage - di Lenny Abrahmson 2009 (uscita in Italia)


Giudizio sintetico: da vedere


Josie è un po' lo scemo del villaggio. Vive da sempre in un minuscolo villaggio irlandese, sperduto nelle verdi, umide e ventose campagne, e lavora alla locale pompa di benzina, con annesso piccolo garage. La struttura è di proprietà di Mr. Gallagher, un ex compagno di scuola, che potrebbe essere uno sfruttatore (perchè fa lavorare Josie, anche nei weekend) o un benefattore (perchè gli ha dato un lavoro). Josie sembra felice della sua vita, che secondo i punti di vista possiamo definire semplice, ma anche vuota. Tiene aperto il garage, ogni tanto fa il pieno a una delle poche vetture che si fermano, fa una passeggiata, la spesa da Carmel, la ragazza che gestisce l'emporio del posto, cucina piatti semplicissimi (e tristissimi), va al pub del villaggio a bere qualche pinta, e gli avventori lo compatiscono, lo tollerano oppure, i più stronzi, lo prendono in giro. Fuma qualche sigaretta. Cammina molto male per un problema alla schiena, non riesce a mettersi a sedere troppo in basso.

Nel giro di poco tempo, alcuni sconvolgimenti portano una ventata di novità, non sempre positiva, nella vita di Josie. Mr. Gallagher gli chiede di tenere aperto il garage nei fine settimana, e gli affianca il figlio della sua attuale compagna, un ragazzino timido e introverso di nome David, con il quale poco a poco stringe una specie di amicizia, che però Josie non riesce a gestire bene, dimenticandosi che David ha 15 anni; nel frattempo, una sera al pub, Josie e Carmel ballano insieme...


Uscito in sordina lo scorso mese e con pochissime copie, visibile quindi solo nelle grandi città, Garage è il secondo lungometraggio di Leonard "Lenny" Abrahmson, ed è datato 2007, anno in cui vinse il Torino Film Festival diretto da Nanni Moretti.

Chi avrà la fortuna, o il coraggio, di vederlo, capirà anche perchè. Garage è il classico film difficile, anti-commerciale, o, almeno, poco commerciale. Eppure, riesce ad essere perfino molto divertente.

Lentissimo, con tempi e dialoghi "all'orientale", come mi piace definirli, rari e rarefatti, con attori sconosciuti da noi (dalle nostre parti avevamo visto solo Anne-Marie Duff, che qui interpreta Carmel, in Magdalene di Peter Mullan), con silenzi e inquadrature fisse che parlano da sole, e con un tema di fondo molto particolare, seppur non proprio simbolista. Questo tema è la "semplicità", anche se la parola in questo caso non rende bene l'idea. Josie è un puro, in definitiva, un sempliciotto che non riesce ad avere, e quindi a rispettare, gli schemi mentali e le barriere che la struttura sociale cattolica occidentale ci ha costruito intorno. Per questo motivo, e non per altri, compie quei due-tre sbagli che lo mettono davanti alla giustizia, da una parte, e dall'altra dinanzi ad un rifiuto al quale non è preparato, e gli sconvolgono l'esistenza, in maniera irreparabile per una mente fragile e indifesa come la sua. E sta tutta qui, la forza di questo "piccolo" ma devastante film irlandese. Siamo sicuri che noi, rispettosi delle regole di convivenza civile, siamo nel giusto?

Bravi gli attori, tutti, perfetta la fotografia, colonna sonora appena accennata, movimenti di macchina impercettibili, inquadrature essenziali. Sceneggiatura (di Mark O'Halloran, che aveva già scritto il debutto di Abrahmson, Adam & Paul, del 2004) semplicissima ma interessante. Doppiato, rispetto all'originale, il film perde un po' in potenza e divertimento.

Finale agghiacciante e simbolico. Una bella scoperta.

1 commento:

iacopo ha detto...

Il titolo del post è da intenditori!!