Sottosopra - di Eduardo Milewicz 2002
Giudizio sintetico: si può vedere
Samuel Goldstein ha quasi 40 anni e scrive. Vorrebbe scrivere romanzi, e invece scrive testi per programmi comici in una televisione, dove il comico per cui scrive gli dice continuamente che la sua roba fa schifo. E' fidanzato con una donna un po' più grande di lui, un'intellettuale delusa dal suo matrimonio precedente, che a malapena lo considera. E' insicuro, paranoico, introverso. Sua madre e sua sorella hanno in lui una sicurezza: la sicurezza che lo troveranno triste. Sempre. Improvvisamente, nella sua vita irrompe, è proprio il caso di dirlo, Mary, una bellissima ragazza giovane ed esuberante che vuole lavorare come produttrice televisiva. Grazie ad alcune amicizie, Mary si fa assumere nella stessa emittente dove Samy, così lo chiamano tutti, lavora come autore, e vede in lui un potenziale comico da prima serata. Contro la sua volontà, lo costringe, incastrandolo, a registrare un pilot di quello che diventerà il suo, il loro, programma. E non solo.
Commediola brillante da parte di un regista prettamente televisivo. La coppia protagonista funziona, ha una bella chimica. Lui è il grandissimo Ricardo Darín, un attore che, non mi stancherò mai di ripeterlo, è degno di qualsiasi palcoscenico, e riesce a recitare qualsiasi parte: il buono, il cattivo, lo scemo, l'intellettuale. Qui fa l'imbranato, e se non fosse per quella sua faccia un po' così, potrebbe essere il fratello di Woody Allen. Lei, sorpresa sorpresa, è Angie Cepeda, la bellissima colombiana che qualcuno avrà visto ne Il paradiso all'improvviso, di e con Pieraccioni, ma che i più esperti si ricorderanno in Ilona arriva con la pioggia, Pantaleon e le visitatrici e addirittura in una piccola parte ne L'amore al tempo del colera. Per mera curiosità, nel film l'attrice che interpreta la sorella di Samy è la vera sorella di Darín, Alejandra.
Niente di eccezionale, ma si fanno delle risate e nel finale c'è anche un amaro richiamo alla realtà (la fuga di "Papi" con i capitali all'estero) argentina (il film è del 2002, quindi il ricordo del grande crack era ancora fresco).
Allego le due locandine, quella argentina e quella spagnola (Un tipo corriente) per condividere il mal comune dei cambi di titolo insulsi (e, in spagnolo, è pure più grave, secondo me).
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