No pain. The world is a wonderful whisper for those who can listen, if necessary in silence.

20090903

tradimento


You Fail Me - Converge


Per darvi un'idea, questo è il mio album preferito da portare nel lettore mp3 al mare. Per spiegarvi ancora meglio: al mare, mentre mi abbronzo, preferibilmente dormo. E in spiaggia, i rumori, un po' come dappertutto oggigiorno, abbondano. Bambini che strillano, fiorentini che parlano col loro tono normale (urlando), fischi, pallonate, radio, annunci ai microfoni. Per estraniarmi, è necessario musica particolarmente rumorosa, che non riesca a farsi "superare" anche se gli auricolari isolano poco.

Questo, per dire della "rumorosità" dei Converge. Questo disco del 2004 poi, è particolarmente riuscito, non vorrei sbilanciarmi, ma forse il loro migliore, selvaggio e abbastanza maturo.

Come ebbi a dire tempo fa, il suono dei ragazzi di Salem, e soprattutto il "canto" (ma sarebbe più opportuno usare termini come "lamento", "rantolo", tenendo conto che "grido" è limitante e gli altri due proposti prima vanno intesi in senso positivo) di Jacob Bannon, mi ha sempre dato l'idea di essere un po' il grido di disperazione di un'umanità ferita, disperata, condannata. Pezzi come Hanging Moon, posta in chiusura, come un martello su un ematoma, o un coltello sporco che scava dentro una ferita già infetta, danno il senso di questo dramma.

C'è un'atmosfera che sembra "andare in pressing" fin dalla conclusione dell'intro iniziale denominato First Light, che combacia nell'incessante attacco di batteria della seguente Last Light (come dire, la speranza dura esattamente come l'intro, un minuto e zero uno secondi).

La chitarra allucinata e visionaria di Kurt Ballou, supportata dal drumming inesauribile, preciso, infallibile di Ben Koller, reso ancor più roboante dal basso di Nate Newton, creano un sound che deve molto all'hardcore punk più estremo (Black Cloud, Drop Out, Hope Street, Heartless, un quartetto di pezzi che stroncherebbero chiunque), ma che affonda le proprie radici anche nel metal di derivazione slayeriana (ascoltare Eagles Become Vultures, o il finale di Death King, oltre che la title track, You Fail Me), e quindi, a sua volta, tutte le influenze cronologicamente a loro antecedenti.

Un ascolto impegnativo, che può rivelarsi un'esperienza davvero intensa.

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