S. - GiPi
GiPi, ricordiamolo, Gianni Pacinotti, ci racconta di suo padre Sergio. Ce lo racconta attraverso diversi piani temporali, sovrapponendoli, prendendo a pretesto un episodio divertente (quando è finito, non durante) accaduto a padre, figlio, zio e nipote preferito, il bombardamento di Pisa dell'agosto 1943 da parte delle forze alleate, dove morirono alcuni parenti della madre, e che la madre si porterà dentro per sempre, e altri aneddoti vissuti, compresa la morte e la cremazione del padre stesso.
Non sono ancora in grado di dare giudizi definitivi, visto che mi mancano ancora alcune sue opere da leggere, ma come era già accaduto con LMVDM, GiPi avvinghia decisamente il lettore con una narrativa snella, con testi spigliati e moderni, con riferimenti alla sua giovinezza punk e a Pisa, suo luogo natale, e con una tecnica di disegno sempre superba e personalissima.
L'esistenza dei vari piani temporali mi hanno ovviamente fatto pensare a un qualcosa del genere trasposto su pellicola: forse, che ne so, se Alejandro González Iñárritu conoscesse GiPi non si farebbe scrupoli ad utilizzare in pratica uno storyboard già fatto!
Commovente, delicato e divertente, GiPi omaggia suo padre e sua madre, e ci ricorda cos'è la guerra. Magistrale.
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