No pain. The world is a wonderful whisper for those who can listen, if necessary in silence.

20090909

Grbavica, Sarajevo


Il segreto di Esma - Grbavica - di Jasmila Žbanić 2006


Giudizio sintetico: da vedere


Grbavica, Sarajevo, Bosnia-Erzegovina. Sono passati circa 10 anni, ufficialmente, dalla fine della guerra, e non solo la città, bensì tutta la nazione, ne porta ancora ben visibili i segni. Anche le persone, e forse sono le ferite più difficili da sanare. Esma, donna forte e ancora giovane, sebbene invecchiata dalle vicissitudini, ha cresciuto da sola Sara, bambina iperattiva e piena di voglia di vivere. Sara ha dodici anni, e a scuola si avvicina il giorno della gita. I soldi sono pochi, e Esma fa i salti mortali per non privare la figlia di questa gioia. Trova lavoro di notte in un disco-pub, e fa dei lavoretti di sartoria, ma la data del pagamento per la gita si avvicina e i soldi non ci sono. Esma sembra temere questa data, e Sara non capisce il perchè: i figli dei caduti in guerra hanno diritto ad uno sconto, basta presentare il certificato. Esma, al contrario, sa benissimo perchè. La tensione sale; Sara non sopporta il fatto che la madre veda sempre più spesso un uomo che lavora con lei, Pelda, non sopporta l'amica della madre che le tiene compagnia la sera quando la madre lavora, Sabina, Esma non riesce più a tenersi dentro certe cose.


Film essenziale, che mi pento di non aver visto prima, questo primo lungometraggio della giovane regista bosniaca, della quale sta per uscire il nuovo film Na putu. Ritmo lento ma incessante, tensione che sale lentamente fino ad arrivare a due scene nel finale, assolutamente devastanti. Non vorrei parlare della fine, ma vi assicuro che, se non vi colpirà quella che cronologicamente viene leggermente prima, della "rivelazione", quella finale vi rimarrà dentro per lungo tempo. Il resto del film è ordinaria amministrazione del dolore, elaborazione di un lutto quasi impossibile da digerire senza aiuti; queste persone sono state dilaniate esattamente come la loro terra, violentata e violentate sia metaforicamente che letteralmente, e la Zbanic rende esattamente l'idea di cosa voglia dire continuare a vivere dopo una tragedia enorme come quella che è stata la guerra in Bosnia. O rimani in guerra, dandoti a commerci e ad affari quantomento strani, o non ci pensi (ma riesce probabilmente solo ai più stupidi), oppure cerchi di sotterrare il dolore, ma non ce la fai. Eppure, la vita continua, e non è solo uno squallido luogo comune: continua davvero.

Convincente sotto tutti gli aspetti, perfino poetico a volte, quando mostra timidamente una Sarajevo ancora ferita sullo sfondo, le prove delle due attrici principali sono magnifiche. Auguriamo una lunga e luminosa carriera alla giovanissima Luna Mijovic, che era al debutto ed è stupefacente nei panni di Sara, e un applauso fragoroso a Mirjana Karanovic, meravigliosa Esma, fedelissima di Kusturica (pensate, con lui ha fatto Papa...è in viaggio d'affari, Underground e La vita è un miracolo), ma l'abbiamo vista in altri film balcanici sempre di grande caratura, quali lo spassoso Jagoda: Fragole al supermarket di Dusan Milic, e nell'interessantissimo La polveriera di Goran Paskaljevic.

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