Il matrimonio di Maria Braun - di Rainer Werner Fassbinder 1979
Giudizio sintetico: da vedere
Willi: "La coscienza sociale arranca dietro agli sviluppi della realtà." [...]
Maria: "A me succede tutto il contrario. Sono gli sviluppi della realtà ad arrancare dietro la mia coscienza."
Germania 1943, Maria sposa Hermann Braun il giorno prima che lui parta per la Russia. Maria sopravvive come può alla guerra che sta finendo, e all'occupazione statunitense, dovendo mantenere pure la madre e nonno Berger, soprattutto col mercato nero. Attendendo invano il ritorno del marito, vedendo le speranze assottigliarsi, comincia a lavorare in una specie di night-club e si lega ad un militare nero statunitense, Bill, che entra a far parte della famiglia. Torna dal fronte l'amico Willi, che assicura a Maria che Hermann è morto. Maria scopre di essere incinta di Bill, ed è felice: mentre comunica la cosa a Bill, e si stanno apprestando a fare l'amore, arriva Hermann. E' uno shock per tutti, Hermann è nervosissimo, Bill lo trattiene, Maria per difendere Hermann uccide Bill senza volerlo. Il marito si prende la colpa e finisce in carcere per molti anni. Maria, forte del suo amore per il marito, lo convince che il bambino dovrà nascere. Ma il piccolo non sopravvive al parto, e la vita continua. Maria non sa fare niente, ma ha imparato l'inglese "a letto", come dice lei stessa a Oswald, un imprenditore metà francese e metà tedesco, che conosce sul treno che prende per tornare a casa dopo il parto mal riuscito, riuscendo a convincere il controllore a farla rimanere in prima classe. Colpito dalla sua intraprendenza, dalla sua bellezza e dalla sua padronanza dell'inglese, Oswald la assume anche se non sa cosa farle fare esattamente. Maria diventa un pilastro inamovibile della società di Oswald, e ci va pure a letto, cosa che non nega neppure al marito: sta facendo tutto questo per il loro futuro. Chiarisce le cose anche con Oswald, che però si incontra di nascosto con Hermann.
Maria diventa una potente capitalista, e si confronta con i rappresentanti dei sindacati, tra i quali c'è Willi, che nel frattempo ha lasciato Betti, amica di sempre, alla quale Maria compra una boutique per farla lavorare. Oswald è gravemente malato...
Inizia nel 1943 e termina durante la finale dei Mondiali di calcio del 1954 (4 luglio) l'ennesimo film dell'inimitabile regista tedesco. Grezzo nella tecnica e nella fotografia, ma densissimo nella sceneggiatura e nei contenuti, ha inoltre dalla sua dialoghi fulminanti (ve ne ho messo un esempio in apertura), disegna la metafora non solo della Germania dell'immediato post-nazismo (il film si apre con un'inquadratura su un ritratto del Führer), ma dell'intera umanità occidentale post-guerra con i piedi ormai piantati nel capitalismo. Recitato degnamente dall'intero cast, ha come superba protagonista Hanna Schygulla, con un personaggio incredibilmente spiazzante, musa di Fassbinder ancora in attività (l'abbiamo vista appena due anni fa in Ai confini del Paradiso di Fatih Akin), non bellissima ma conturbante, indimenticabile in corsetto e calze con reggicalze all black.
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