Blindness - di Fernando Meirelles 2008
Giudizio sintetico: da vedere
"Il disco giallo si illuminò. Due delle automobili in testa accelerarono prima che apparisse il rosso. [...] Finalmente si accese il verde, le macchine partirono bruscamente, ma si notò subito che non erano partite tutte quante. La prima fila di mezzo è ferma, dev'esserci un problema meccanico..."
Un uomo, in macchina ad un semaforo verde, non parte. E' diventato cieco. Improvvisamente. Non sa cosa fare, è in preda al panico. Vede bianco, invece che vedere nero. Si forma una folla, si discute sul da farsi. Un altro uomo si offre volontario: guiderà la sua macchina e lo porterà a casa. Quando arrivano nei pressi della casa del cieco, l'altro lo fa scendere, il cieco rimane in mezzo alla strada, nel panico, convinto che l'altro se ne sia andato con la macchina. L'altro arriva. Lo prende per mano, lo guida fino al suo appartamento. Entra. Il cieco è sempre nel panico, vuole che l'altro se ne vada. E, alla fine, se ne va.
Rientra la moglie del cieco. Porta il cieco dall'oftalmologo. L'oftalmologo non ha mai visto una cosa del genere. Consiglia loro di andare in ospedale. La moglie è infastidita. Il dottore torna a casa. Ne parla con la moglie. E' confuso. Vanno a dormire. La mattina dopo, il dottore non ci vede più. Vede tutto bianco. E' l'inizio di un'epidemia inarrestabile. I malati vengono messi in quarantena dal governo. Vengono tenuti sorvegliati dall'esercito dentro una struttura che potrebbe essere una scuola. Nel frattempo, fuori, il ministro della sanità diventa cieco...
C'è voluto molto tempo, ed alcune rassicurazioni, perchè il grande José Saramago vendesse i diritti cinematografici del suo stupendo libro Cecità. E Meirelles ha avuto un bel coraggio a dirigerlo. Detto questo, DonMcKellar ha adattato il libro tagliandolo e cambiando il meno possibile, e Meirelles ha fatto del suo meglio, creando un'atmosfera sempre più opprimente e claustrofobica dentro la quarantena, dipingendo l'escalation di disumanità presente nel libro quale messaggio di ammonimento (la cosa che lo fa grande) in maniera ottima, mi viene da dire: ci si sente effettivamente violentati, molto a disagio quando il regista ci offre semplicemente le inquadrature dei corridoi sempre più simili a delle discariche, o quando riprende corpi nudi e trasandati. Già lo sapete, niente è come un bel libro, ma ci si può provare, e l'allegoria tremenda del libro di Saramago è ben conservata da questo film.
Le prove del cast sono buone, non metterei nessuno sopra gli altri anche perchè era piuttosto difficile con un copione del genere, essendo molto corale (e poi qui è davvero la storia che vince); diciamo che la coppia protagonista non la scopriamo oggi, Mark Ruffalo lavora di sottrazione, Julianne Moore deve giocoforza tendere a non mettersi in evidenza (capirete perchè quando vedrete il film), ma che sia brava lo dimostra ugualmente (e già lo sapevamo ampiamente). Tra i non protagonisti, diciamo così, promuoverei a pieni voti Alice Braga (nipote di Sonia; è la escort che porta sempre gli occhiali da sole), mentre mi aspettavo più incisività da Danny Glover. Gael García Bernal fa la sua parte con dignità.
PS L'uscita italiana è stata posticipata più e più volte, ed era in programma nel 2009, ma non se ne sa più niente.
3 commenti:
m'intrippa, lo cercherò! Lisa
imparato molto
imparato molto
Posta un commento