Cosmonauta - di Susanna Nicchiarelli 2009
Giudizio sintetico: si può vedere
Roma 1957, Luciana, età da comunione, fugge dalla cerimonia comune prima di ricevere il sacramento. Alla domanda della mamma Rosalba sul perchè avesse fatto così, con Luciana chiusa in bagno, la bambina risponde con tutto il fiato che ha in gola e con tutto l'orgoglio che ha in corpo: "perchè sono comunista!".
Il padre è morto da qualche tempo, e Luciana "eredita" da lui la passione politica, fomentata dal fratello Arturo che ha la passione per lo spazio e la sua esplorazione, colleziona fiammiferi per farsi una scorta di propellente per razzi amatoriali e le pagine dell'Unità che raccontano della favola spaziale russa, fra Gagarin, la cagnetta Laika e la prima cosmonauta Valentina Tereshkova; Arturo, si scoprirà presto, è anche epilettico, e vagamente "tardo".
Luciana invece è vispa, sfrontata e piena di voglia di vivere e di scoprire cose nuove. Non vede di buon occhio la nuova unione della madre con l'ingegnere Armando, amico del padre ma di tutt'altre vedute, soprattutto politiche, che però dà a tutta la famiglia una posizione agiata, e non appena vengono al pettine i primi nodi non si fa pregare per tenergli testa con energia; è attiva nella sezione del PCI del Trullo, periferia di una Roma ancora mezza rurale, si batte perchè anche le donne siano considerate, come si batte per un ragazzo del quale si invaghisce, strenuamente, senza vergognarsi di "lasciare vittime" per strada. Arriva addirittura a proporre, e realizzare, azioni teppistiche di una certa gravità.
Trama esile, nonostante possa apparire complessa, così raccontata, per questo debutto sulla lunga durata per la romana Nicchiarelli, che si ritaglia una parte piuttosto importante nel film (è Marisa). A metà tra una sorta di Good Bye Lenin! (molto meno divertente e geniale) all'italiana, e un Come eravamo molto locale, ma di certo pietra di paragone validissima per tutto il resto dell'Italia che entrava lentamente nel miracolo economico, il film non convince fino in fondo, oltre che per l'esilità della trama come già accennato, anche per le non convincenti prove di buona parte del cast, e un abuso di immagini di repertorio, riferite ovviamente soprattutto alle imprese spaziali della Russia comunista. Colonna sonora interessante, supervisionata da Max Casacci (Subsonica), dove la fanno da padrone Gatto Ciliegia contro il Grande Freddo e e Robertina, ma a tratti invadente; meglio i pezzi strumentali delle cover d'epoca, seppur buone prese "in separata sede". Senza infamia e senza lode la fotografia, buona la ricostruzione storica dei particolari, gli abiti, i manifesti, i luoghi (anche se le ripetute riprese del cupolone e del Palazzo Civiltà del Lavoro dalla campagna denota purtroppo una certa povertà di budget), piuttosto obiettivo lo sguardo sulla "pancia" del Partito Comunista Italiano di allora, meno riuscito il racconto della "formazione" di Luciana, soprattutto attraverso i sentimenti che la attraversano via via che cresce e gli accadono cose.
Un po' impacciati i giovani protagonisti, anche se alcuni (Valentino Campitelli nei panni di Angelo) sono divertenti, Angelo Orlando (Leonardo) fa sempre il solito personaggio, Sergio Rubini lo abbiamo visto meglio, mentre brava, una spanna su tutti, Claudia Pandolfi, qui magrissima, una perfetta Rosalba, una donna di quei tempi convincente in maniera impressionante.
Non mi ha esaltato, ma vedremo in seguito se Susanna Nicchiarelli saprà evolversi e impressionarci maggiormente.
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